Quella denominata Panama papers è una maxi inchiesta sui conti segreti off-shore (foto LaPresse)

Che cosa è illecito e che cosa no nello “scandalo” dei Panama papers

Redazione
Scandalo del secolo? Per i giornali è fin troppo facile mettere insieme le fotografie dei potenti della terra, degli sportivi e dei finanzieri, accomunandoli nel dileggio e nella denuncia. Ma prima di urlare “sono tutti ladri” bisognerebbe capire se qualche reato in effetti c’è

Quello dei Panama papers appare come lo scandalo del secolo. Per i giornali è fin troppo facile mettere insieme le fotografie dei potenti della terra, degli sportivi e dei finanzieri, accomunandoli nel dileggio e nella denuncia. Andrà avanti a lungo e, probabilmente, aprirà anche una serie di inchieste giudiziarie in molti paesi. Questo però dipende da come hanno operato le società offshore i cui titolari (o quelli indicati come loro prestanome) sono finiti nell’immenso elenco raccolto nell’indagine giornalistica internazionale. Costituire una società di questo tipo non è un reato, nemmeno per la normativa italiana, particolarmente esigente in materia di esportazione dei capitali. Può essere un indizio per altri reati, dall’evasione fiscale se i proventi di queste società non sono stati denunciati, ad altri che rimandano al modo in cui sono state accumulate le somme che (eventualmente) fossero state trasferite su quei conti anonimi.

 

Naturalmente leggere il nome di Vladimir Putin (in realtà negli elenchi ci sono solo quelli di suoi collaboratori) insieme a quello del suo arcinemico, il presidente ucraino Petro Poroshenko fa una certa impressione, così come constatare che il monarca saudita, che certo non deve temere un accanimento fiscale nei suoi confronti, ha dato vita a un fondo anonimo. Ci vorrà molto tempo prima che il polverone scandalistico si depositi e permetta di capire quali sono i filoni reali di attività illecite, che peraltro dipendono dalla specifica legislazione in materia dei diversi paesi. Intanto bisogna rassegnarsi a una fase non breve in cui di queste notizie ancora embrionali si farà un uso esasperato.

 

Quasi tutte le società multinazionali hanno società offshore, allo scopo di godere di un regime fiscale immensamente più favorevole, e non è escluso che qualcuno dei personaggi che sono stati citati sia direttamente o indirettamente presente come rappresentante di queste società, il che può essere poco commendevole ma non è affatto illecito. Sarà comunque difficile sceverare le diverse posizioni e le diverse responsabilità, perchè il clima scandalistico non consente mai di approfondire e selezionare.

 

E più facile urlare che “sono tutti ladri”, in attesa di qualche disastrosa palingenesi giustizialista. Naturalmente i reati devono essere perseguiti, l’evasione fiscale va combattuta, ma come sempre vale il principio che la responsabilità penale è personale e che si è colpevoli solo con sentenza definitiva passata in giudicato. Tra qualche anno, quando si potrà fare un bilancio, si vedrà che reati sono emersi e come sono stati dimostrati. Oggi, quando tutti i giornali scrivono che “i potenti tremano”, lo spazio per la ragionevolezza è ridotto al minimo. Ragione di più per non abbandonarlo.