Il ministro Maria Elena Boschi, ascoltato dai pm di Potenza sul caso Tempa Rossa (foto LaPresse)

Boschi ascoltata dai pm e i Panama papers. Le notizie del giorno, in breve

Redazione
Tutto quello che è successo oggi in Italia e nel mondo senza fronzoli, fuffa e divagazioni.
DALL'ITALIA

 

 

Caso Guidi, il ministro Boschi ascoltato dai pm. La titolare del dicastero per le Riforme, Maria Elena Boschi, è stata sentita dai magistrati della procura di Potenza come persona informata sui fatti relativi alla vicenda Tempa Rossa, che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.

 

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha invitato i magistrati che indagano sul caso a “procedere velocemente” e a essere “inflessibili”, ma ha polemizzato con i magistrati di Potenza: “Le loro indagini non sono mai arrivate a sentenza”.

 


 

Regeni, salta vertice con i pm egiziani. E’ stato rinviato a data da destinarsi l’incontro a Roma tra i magistrati italiani ed egiziani, inizialmente previsto per domani, al fine di chiarire la morte del ricercatore italiano Giulio Regeni. La notizia circolata oggi, di uno slittamento del vertice al prossimo 7 e 8 aprile, è stata smentita in serata dalle autorità egiziane.

 


 

“Sul referendum astensione sacrosanta”, ha dichiarato il premier Matteo Renzi alla direzione del Partito democratico, riferendosi al voto referendario sulle trivellazioni del prossimo 17 aprile.

 


 

Istat: deficit/pil al 2,6 per cento nel 2015. L’Istituto nazionale di statistica ha reso noto che nello scorso anno il rapporto tra indebitamento e pil è stato pari al 2,6 per cento, in diminuzione di 0,4 punti rispetto al 2014. 

 

Il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, ha dichiarato che non ci sarà “alcun bisogno di fare una manovra correttiva” per andare incontro ai vincoli di bilancio previsti dalle regole europee.

 


 

Bpm-Banco, continua discesa in borsa. Dall’annuncio della fusione tra Bpm e Banco popolare, in soli sei giorni di contrattazione i due istituti hanno perso sui mercati rispettivamente il 18 per cento e il 27 per cento.

 


 

Borsa di Milano. FtseMib -0,77 per cento. Differenziale tra Bpt e Bund a 111. L’euro chiude in calo a 1,14 sul dollaro.

 

 

 

DAL MONDO

 

 

Primo giorno di rimpatri dalla Grecia alla Turchia, dopo l’entrata in vigore dell’accordo tra Ankara e Unione europea per per limitare l’accesso dei migranti alla rotta dell’Egeo. Sono stati espulsi 202 “migranti economici”, in maggioranza pachistani e afghani, che secondo le autorità greche non avevano fatto richiesta di asilo. In ottemperanza alle regole dell’accordo, inoltre, i primi 32 rifugiati siriani sono stati imbarcati in aereo verso la Germania, nella Bassa Sassonia.

 


 

Iniziano le inchieste sui “Panama papers”. Secondo la Bbc, le procure di molti paesi, tra cui quella francese, austriaca, olandese e australiana hanno aperto inchieste in relazione ai documenti trafugati dello studio legale panamense Mossack Fonseca, che si occupa di creare e gestire per conto dei suoi clienti delle società in cosiddetti paradisi fiscali, pratica che tuttavia non è illegale.

 

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, la Russia è il principale obiettivo della pubblicazione dei Paper, che coinvolgerebbe anche agenti della Cia. Il presidente russo Putin non è mai citato nei documenti, ma lo sono membri dell’élite russa a lui vicini.

 


 

Nuovi scontri in Nagorno-Karabakh. Le operazioni nel territorio conteso tra l’Azerbaijan e l’Armenia sono iniziate sabato e, nonostante gli appelli dei principali leader internazionali e una tregua unilaterale dichiarata dal governo azero domenica, sono continuati per tutta la giornata di oggi. Tre soldati azeri sono stati uccisi. Serzh Sargsyan, presidente armeno, ha detto che un’eventuale escalation delle ostilità potrebbe portare a una “guerra su larga scala”.

 


 

Ucciso un leader di al Nusra in Siria. Il Pentagono ha confermato lo strike aereo che ha ucciso Abu Firas al Suri, tra i principali leader del gruppo terroristico siriano legato ad al Qaida, a volte definito il suo “portavoce”. Nello strike sono morti altri 20 combattenti.