Nessun marziano a Roma. E' Milazzo la città italiana con più avvistamenti Ufo

Roberto Volpi
I romani “avvistano” oltre il 40 per cento in meno degli italiani. Né sono dei grandi avvistatori gli abitanti delle grandi città italiane. Colpa di cosa?

Ma quale Kunt, quale marziano a Roma. Flaiano non aveva sottomano i risultati di tutti gli avvistamenti avvenuti in Italia praticamente dall’inizio dell’altro secolo, ma che si sono fatti ben consistenti solo a partire dalla seconda metà del Novecento. Avesse scritto oggi il suo “Un marziano a Roma”, piuttosto che sessant’anni fa, avrebbe visto che di 12.360 avvistamenti di vario tipo avvenuti in Italia Roma ne ha assommati, in un secolo e passa, solo 349. Se si fa il calcolo con la popolazione di oggi –  doppia di quella d’inizio Novecento, però considerando il tempo, per compensare, come la metà dell’intervallo effettivo – i conti sono presto fatti: abbiamo una media annua nazionale di 4,1 avvistamenti di Unidentified Flying Object (UFO) a milione di abitanti, ma una assai più piccola, di solo 2,4 avvistamenti, nella capitale. I romani “avvistano” oltre il 40 per cento in meno degli italiani. Né sono dei grandi avvistatori gli abitanti delle grandi città italiane. Torino con 2,5, Milano con 2,6 e Napoli con 2,8 avvistamenti annui a milione di abitanti: tutte le città italiane di più di un milione o attorno a un milione di abitanti hanno indicatori di avvistamenti di un terzo e passa più piccoli di quello medio nazionale. Colpa di cosa? Di un cielo oscurato dalle troppe luci artificiali che nasconde ciò che da altre parti, in altri cieli, appare più visibile? Del disincanto di cittadini troppo presi dall’eterno andirivieni urbano – vite degne di essere più ancora che vissute, prese d’infilata e d’infilata corse e consumate? Dell’incapacità di accarezzare sogni alla realizzazione dei quali crediamo sempre un poco di meno? Del cinismo di questi tempi duri ch’è particolarmente cinico nelle metropoli del nostro scontento?

 

Se è così che stanno le cose allora tutti a Milazzo. Comune di 31mila abitanti in provincia di Messina, sul mare, che dà il nome anche al piccolo golfo di Milazzo, Milazzo ha una media di avvistamenti da sballo, quasi undici volte quella nazionale: 44,4 avvistamenti annui a milione di abitanti: un’esagerazione. Ne ha infatti sommati da sola ben 71 nel periodo considerato, più di un quinto di quelli romani, ma Roma è quasi cento volte più grande. Insomma, una vera e propria record city degli avvistamenti, la nostra. Da non sottovalutare il fatto che sia sul mare. Lungo la costa tirrenica tra La Spezia e Livorno gli avvistamenti sono un bel po’, cosicché il mare potrebbe entrarci se non proprio con gli alieni che vengono dallo spazio almeno con qualcosa che, a scelta, ce li fa sperare o temere: gli avvistamenti, appunto. Però il mare non è tutto se dopo Milazzo viene, ma a debita distanza, Prato, con una media annua di 14,3 avvistamenti ch’è tre volte e mezza quella nazionale. Prato? Viene da chiedersi, ma perché proprio Prato, città di 190 mila abitanti a una manciata di chilometri da Firenze nota per il tessile e i cinesi? Già, perché? E perché allora la Toscana, di gran lunga regione capofila degli avvistamenti, avendone assommati da sola quasi duemila a una media di 2,6 volte quella nazionale? Indubbiamente c’è un bel po’ di costa in Toscana, e in Liguria (seconda in questa graduatoria di capacità avvistanti) e ancor più in Sardegna (terza) e pure nelle Marche (quarta).

 

Mentre le cose vanno maluccio nelle regioni interne senza uno straccio di litorale. Lombardia e Piemonte sono quasi in fondo alla classifica degli avvistamenti per regione. Però la regola è infranta dalla Campania, che con un valore di poco superiore alla metà di quello nazionale (2,2 contro 4,1) fa ancora peggio della Lombardia ed è superata in coda alla classifica dalla sola Basilicata. E qui casca l’asino. Perché non ci fosse stata la Campania, piena di mare e coste, golfi e insenature, isole da leccarsi i baffi si sarebbe sempre potuto dire ch’è la natura di luoghi terragni e di caratteri saldamente empirici che àncora al suolo anche le lenti dei telescopi e le visioni dei visionari. Così invece con Napoli che non ride e una regione intera, la Campania, che addirittura piange per non riuscire a vedere che aerei solcare i cieli –  per quanto, a quel che si sente, non manchi di poeti e sognatori che però evidentemente gli UFO li giocano al lotto più che avvistarli –  bisogna concludere che non c’è né capo né coda negli avvistamenti UFO degli italiani da quando qualcuno s’è preso la briga di contarli, e che la classifica che dice prima Milazzo e seconda Prato è proprio da Premier League che dice prima Leicester e seconda Tottenham.

 

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