Scontri tra migranti e polizia a Idomeni, tra Grecia e Macedonia (foto LaPresse)

Al confine tra Macedonia e Grecia i migranti si ribellano e abbattono le barriere

Redazione
Scontri con la polizia mentre a Idomeni sono 7 mila le persone ammassate e in attesa di attraversare la frontiera. Smantellato un campo a Calais.

Circa 300 profughi siriani e iracheni, la metà donne e bambini, hanno sfondato parte delle barriere di protezione innalzate dalla Macedonia al confine con la Grecia e hanno attraversato la frontiera. La polizia macedone ha lanciato gas lacrimogeni ma poi ha lasciato passare i profughi, mentre una trentina sono stati soccorsi. In mattinata la polizia greca aveva segnalato che più di 7 mila rifugiati, la metà dei quali donne e bambini, erano ammassati al confine, a Idomeni. Un numero quattro volte superiore alle capacità dei campi allestiti per la prima accoglienza. "Continuare a erigere muri più alti per impedire la fuga a quei disperati è un atto di crudeltà, e un'illusione", ha sottolineato l'alto commissario Onu per i Diritti Umani, principe Zeid bin Raad Zeid al Hussein, da Ginevra.

 

Contemporaneamente a Calais è iniziato lo sgombero del settore meridionale della Giungla, la tendopoli più grande di Francia. La polizia ha ordinato ai migranti di lasciare volontariamente il campo, per non essere costretta a intervenire con la forza. Due bulldozer e circa 20 persone hanno cominciato a smantellare decine di baracche di fortuna. Sul posto anche 30 auto della polizia e due furgoni antisommossa per eseguire l'ordine di sgombero del tribunale amministrativo di Lille. Gli immigrati hanno recuperato bombole di gas ed effetti personali e si sono spostati verso altre zone del campo. Durante le operazioni è stata arrestata una militante britannica del movimento 'No Borders'. Nella Giungla vivono tra le 3.700 e le 7.000 persone provenienti da Siria, Afghanistan e Sudan, di cui 800-1.000 accampate nel settore in cui stanno avvenendo le operazioni di smantellamento.

 

[**Video_box_2**]"L'Europa è sull'orlo del precipizio" e bisogna evitare "decisioni drastiche e irreversibili" puntando su una "modalità comune di gestione" dei flussi migratori, è stato l'ennesimo appello dell'Italia lanciato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblat. Il titolare della Farnesina ha accolto oggi a Fiumicino un primo gruppo di 93 rifugiati siriani, tra cui 24 minori, arrivati grazie al progetto pilota promosso dal governo assieme alla Comunità di Sant'Egidio, alla Federazione delle Chiese evangeliche e alla Tavola valdese. Ala fine del progetto saranno 1.000. "Mi auguro che questa iniziativa - ha auspicato il titolare della Farnesina - sia contagiosa e che altri paesi, europei e non solo, possano condividerla".