Michela Marzano

Marzano non è ridotta al samizdat

Maurizio Crippa
Se una faccenda viene rubricata dal web come “caso nazionale” a motivo di allarmati interventi di Gad Lerner o Alessandro Gassman, si può star tranquilli che il caso nazionale non c’è.

Se una faccenda viene rubricata dal web come “caso nazionale” a motivo di allarmati interventi di Gad Lerner o Alessandro Gassmann, si può star tranquilli che il caso nazionale non c’è. C’è al massimo un caso un po’ bislacco, forse mal posto e senz’altro peggio risolto. Ma che “a Padova si è ufficialmente interrotta la democrazia” (Gassmann), è un po’ grossa. Succede che Michela Marzano, “filosofa, giornalista e parlamentare del Pd”, voleva presentare il suo libro “Papà, mamma e gender” nella Sala Paladin di Palazzo Moroni, la sede del comune. La sala è stata negata, secondo il gabinetto del sindaco Massimo Bitonci in base a una mozione (5 ottobre 2105) del Consiglio comunale che “ha riconosciuto la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna come un’istituzione naturale” e ha giudicato la presentazione in un luogo pubblico “in antitesi con l’indirizzo programmatico dell’amministrazione su tale tematica”.

 

Cose che capitano, in democrazia. E si può essere d’accordo o no. Per Lerner, che chissà dov’era quando cacciarono Ratzinger dalla Sapienza, “l’Università di Padova dovrebbe insorgere contro un sindaco becero come Bitonci che chiude la città a Michela Marzano”. Addirittura. Il libro della filosofa non è stato bruciato, lo presenterà altrove. Né risulta che l’autrice sia ridotta al samizdat. Intanto nell’America così attenta ai diritti di parola di tutti, il signor Kevin Cochran, non filosofo, afroamericano e membro del governo di Obama, è stato cacciato dal suo posto perché in un suo libro ha parlato dell’omosessualità come perversione. Non gli hanno negato la Library of Congress, no. Lo hanno licenziato. Se vedete un tweet di Lerner o Gassmann, avvisateci.

 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"