Antonio Campo Dall'Orto ai tempi di Mtv

Il Guido Rossi di CDO

Marianna Rizzini
Chi è l’altro ex di Mtv portato da Campo Dall’Orto in Rai per domare il popolo dello staff

Roma. Sarà che sono i giorni foschi dei corvi vaticani, sarà che quando dici “Rai” il pensiero automaticamente corre a chissà quale intrigo da corridoio del settimo piano, fatto sta che mille occhi sono puntati, adesso, sulla misteriosa ripartenza della tv pubblica nella nuova epoca renziana targata Antonio Campo Dall’Orto, il direttore generale (ex Mtv-Viacom) che presto avrà i famosi e molto attesi “superpoteri”: cambiata la legge sulla tv pubblica, infatti, Campo Dall’Orto diventerà un vero e proprio amministratore delegato.

 

Ed è così misteriosa, la vita nuova del carrozzone Rai sempre carico di borbottii e segreti, anche perché, come dice un osservatore esperto di sommovimenti in Viale Mazzini, “il neodirettore generale se ne sta al momento molto fermo, e fa bene: presto qualcosa potrebbe aiutare dall’esterno la rivoluzione da lui sognata, la trasformazione della Rai in media company, e lo snellimento, e il ringiovanimento, il tutto senza dover necessariamente passare dal calvario delle lotte sindacali, politiche e dirigenziali”. E siccome l’ultimo cda, giovedì scorso, ha riportato alla luce, sebbene senza troppe spiegazioni, il pasticciaccio delle dimissioni di Sergio Lo Giudice, ex capo degli Affari legali della tv pubblica, ufficialmente per amichevole e consensuale accordo ma secondo gli insider per “questioni di opportunità”, parola molto cara allo spirito del tempo e dell’anticasta: dunque per non vedersi collegati, nell’immaginario collettivo, alla questione degli audit interni sugli appalti truccati (con dati non trasmessi negli anni scorsi alla procura). E insomma i guai ereditati dalla precedente amministrazione – storie appunto di audit e presunte mazzette – potrebbero trasformarsi presto in atout per eterogenesi dei fini, ovvero per intervento della magistratura. Ma siccome questi sono anche i giorni dell’avvio del processo di Mafia Capitale, per automatismo o per curiosità morbosa la Rai diventa, nei discorsi e nelle supposizioni, un possibile nuovo canovaccio per prossimi Giorni del Giudizio. E il nuovo dg, che non c’era ai tempi degli audit e delle presunte spese pazze (altro tormentone sempreverde per indignati delle rete e delle piazze), potrebbe, dice  il consigliere di amministrazione Carlo Freccero, trovarsi a essere “un uomo molto fortunato, se arriva un tribunale a fare pulizia per lui”.

 

[**Video_box_2**]Anche Michele Anzaldi, deputato renziano del Pd ed esponente pd della commissione di Vigilanza  oggi dice che nel percorso che porta a “trasformare la tv pubblica in ‘Rai dei sogni’”, il neo direttore generale Campo Dall’Orto potrebbe presto trovarsi “nella favorevole condizione di colui che, visti i guai giudiziari incombenti su alcuni settori, potrebbe per così dire promuovere per rimuovere, spostare persone e liberare posti per altre energie per cause di forza maggiore, senza doversi caricare addosso il peso della decisione troppo impopolare”. E però, a monte dei possibili “interventi esterni” sulla sempre ribollente palude dei veleni Rai, Campo Dall’Orto qualcosa intanto ha fatto, con due mosse in vista della trasformazione in media company, e nominando in ruoli chiave due persone che con lui hanno lavorato a Mtv: a capo staff della direzione generale Guido Rossi, già capo Mtv delle relazioni istituzionali  e dei grandi eventi, e direttore marketing Cinzia Squadrone, già capo marketing a Mtv. Obiettivo, la metamorfosi “multimediale e multipiattaforma”. Roba di posizionamento, brand, linee di prodotto. Parole stranianti per chi, addentrandosi nei corridoi Rai, sentiva finora parlare magari di riposizionamento più partitico che commerciale. “Profilo marcatamente apolitico, quello di Rossi”, dice Freccero: “Perché quando Campo Dall’Orto avrà i superpoteri dovrà avere attorno un cuscinetto di persone fidate ma con competenze adatte a un percorso industriale”. Poi c’è la questione “giovani”, un tema che fa molto “Leopolda” (il nuovo dg ha partecipato da esterno, sui temi media e tv, a varie edizioni delle kermesse renziane) e che Campo Dall’Orto ha messo al primo punto dell’agenda: come far appassionare alla programmazione Rai gli under 35? Guido Rossi è esperto di “media generazionali”, e qualche anno fa, parlando di “cittadini 2.0” a un convegno in quel di Napoli, aveva definito Mtv un “ponte” tra “ragazzi e istituzioni”, nell’ottica di un “forte cambio generazionale in tutti i luoghi dove questo è possibile”. (Come dire “rottamazione”?). Parlava di lavoro e università, Rossi, e invitava i giovani a “uscire dai binari per capire com’è la realtà fuori dagli atenei”. “Non un percorso facile nell’Italia di oggi”, diceva, ma chissà se sarà facile, il percorso, adesso, nel lento e bizzoso pachiderma Rai.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.