Elton John (foto LaPresse)

Il califfo Elton John

Giulio Meotti
Elton John è cambiato. Il dio della musica britannica si è lasciato alle spalle i dieci Martini in mezz’ora e la bulimia alimentare e di case in giro per il mondo, l’esibizionismo sentimentale, l’irruenza mondana e le feste sfacciate per ingraziarsi l’establishment britannico.

Roma. Elton John è cambiato. Non è più acconciato come Maria Antonietta. Ora indossa t-shirt scure con dettagli rosa. Il dio della musica britannica si è lasciato alle spalle i dieci Martini in mezz’ora e la bulimia alimentare e le case in giro per il mondo, l’esibizionismo sentimentale, l’irruenza mondana e le feste sfacciate per ingraziarsi l’establishment britannico. Un tempo, il cantante battagliava in pubblico con la madre Sheila o con George Michael.

 

Oggi Elton John è diverso, ora lancia fatwe su Twitter e Instagram, miete massimi consensi ed è diventato un’icona Lgbt di portata eroica (è citato nei libri di testo inglesi come figura omosessuale al fianco di Alessandro Magno, Oscar Wilde e Riccardo Cuor di Leone). Ieri il Daily Beast sintetizzava bene il cambiamento: “Ha condannato l’omofobia russa sul palco di San Pietroburgo. Ha detto che Gesù avrebbe sostenuto l’uguaglianza del matrimonio. L’Elton John Aids Foundation è una raccolta fondi. Lungi dal rilassarsi con i suoi milioni, mentre invecchia, Elton John è diventato un crociato”. Con la sua fondazione, John ha fatto campagna politica anche al di là dall’oceano, contro il referendum abrogativo delle nozze gay in California e contro una legge (affossata) che nello stato della Georgia avrebbe garantito libertà di coscienza (John scrisse anche un saggio per le riviste giuridiche).

 

Prima Elton John ha lanciato il boicottaggio di Dolce & Gabbana che avevano osato criticare i “figli sintetici” delle coppie gay, con la posata Courtney Love che disse che avrebbe “bruciato tutti i loro vestiti”. Poi due giorni fa Elton John ha dato del “bigotto e bifolco” al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, perché non vuole la teoria del gender nelle scuole della laguna. Elton John ormai parla da califfo.

 

La star della musica ha auspicato la messa al bando “di tutte le chiese”: “Promuovono l’omofobia e non la pace nel mondo”, “trasformano la gente in lemming veramente odiosi”. “Dal mio punto di vista la religione organizzata andrebbe bandita”, ha continuato John. “Ha sempre cercato di istigare l’odio e il disprezzo”. Quando il cardinale Thomas Winning, arcivescovo di Glasgow, si permise di criticarne le vedute, Elton John rispose elegantemente: “Si presume che sia celibe e che di conseguenza non sia in grado di giudicare”. Poi, sulle pagine della rivista di sinistra New Statesman, il musicista invitò il pubblico a “zittire i bigotti”, tanto per dare ulteriore prova del suo liberalismo.

 

[**Video_box_2**]Elton John ha detto anche che “se Gesù Cristo fosse vivo sarebbe a favore dei matrimoni omosessuali” e che la chiesa cattolica “è odiosa” e “ferma all’età della pietra”. E il cantante, indossando i panni del biblista, discetta anche di Gesù, definendolo “un compassionevole, super-intelligente gay che capiva i problemi degli esseri umani”. Ma se il bardo di Lady Diana è sempre molto prolifico quando si tratta di attaccare la chiesa cattolica, diventa stranamente muto quando si tratta di islam. Specie considerando che Elton John è stato bandito, in quanto gay, da molti paesi arabo-musulmani, come l’Egitto cinque anni fa. Ma allora, il divino non lanciò nessuna fatwa contro gli omofobi, questi sì, imam del Cairo. Niente cinguettii neanche per gli omosessuali incaprettati che l’Isis lancia dai palazzi di Raqqa e Mosul. Quelli che imparino a volare.

 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.