Nuove icone anti energumeni

Camillo Langone
Elogio della controllora attaccata da Travaglio e della hostess di Fiumicino. Come il mio maestro Joseph de Maistre elogerei volentieri il boia, in mancanza di materia prima volentieri elogerò le due donne d’ordine scaraventate negli ultimi giorni sulla ribalta mediatica.

Come il mio maestro Joseph de Maistre elogerei volentieri il boia (“Toglietelo dal mondo e nello stesso istante l’ordine lascerà il posto al caos”), in mancanza di materia prima volentieri elogerò le due donne d’ordine scaraventate negli ultimi giorni sulla ribalta mediatica. Che poi le due signore non hanno giustiziato nessuno, hanno solo messo in riga un saputello e un energumeno… Sono la controllora del Frecciarossa su cui viaggiava Marco Travaglio e la hostess di Fiumicino alle prese con un turista fuori di sé come un Formigoni qualunque. Alla prima va la mia solidarietà per avere affrontato impavida il ghignetto del vip giornalistico-televisivo, appena rientrato dalle nozze Casiraghi-Borromeo e quindi ancora in modalità ancien régime. Il principato di Monaco è l’ultimo stato settecentesco del mondo, col cattolicesimo religione ufficiale e i poteri legislativo e giudiziario efficacemente detenuti dal sovrano. Uno dei motivi per cui sogno di arricchirmi è la possibilità di diventare suddito di Alberto II, abbandonando la repubblica fondata sul broglio elettorale senza però tradire l’Italia geografica (non tutti sanno che Monaco ne è parte integrante) né quella linguistica (il monegasco è un dialetto ligure, come dimostra il “cavagnetu” che alle principesche nozze ha sostituito l’anglofono pic-nic).

 

Dio salvi il Principe, dunque, anche se il mirabile ordinamento può troppo inebriare i parvenu, i monarchici dell’ultima ora, i personaggi come Travaglio che dopo aver sostenuto la rivoluzione (più modestamente: “Rivoluzione civile” di Ingroia) perdono la testa per un invito a corte, felici di trasformarsi in paggetti. Purtroppo l’ancien régime che il manettaro Travaglio è in grado di concepire non è quello nobilmente aristocratico di De Maistre bensì quello ferocemente autocratico di Luigi XIV e questo spiega il maltrattamento della servitù, o di ciò che Travaglio immagina come tale, ossia del personale ferroviario. La povera controllora che tentava di fare il proprio mestiere è stata liquidata, sulle pagine del Fatto, come sgrammaticata e bugiarda: non si permetta più di controllare i biglietti ai gentiluomini, si limiti a sfilare leggiadra nei corridoi delle carrozze. Se proprio vuole rendersi utile chieda il trasferimento per dedicarsi alla gente meccanica e di piccolo affare che gremisce i regionali. Quindi ulteriore merito della signora, di cui purtroppo si conoscono solo le iniziali (A. G.), è l’avere ulteriormente svelato la parzialità di un fustigatore di costumi altrui, di un legalista inflessibile che appena la legge lo tocca o soltanto lo sfiora (la querelle è nata dai biglietti irregolari di due compagni di viaggio) immediatamente invoca il buon senso ossia l’italiesco chiudere un occhio. Che poi, nella fattispecie, Travaglio un poco di ragione ce l’aveva: le regole Trenitalia riguardanti i biglietti sono cervellotiche e persecutorie, non ammettono ignoranza né errori, e se io abitassi in una città servita da Italo salirei più spesso su quei treni meno arcigni. Ma a lamentarsene dovrebbe essere un altro, a titolare un articolo “Se la regola fosse sbagliata?” non dovrebbe essere chi da innumerevoli anni considera intoccabili le regole più nocive, più anacronistiche e più assurde, a cominciare da quelle racchiuse nella pessima Costituzione repubblicana.

 

La hostess che a Fiumicino si è difesa dal turista infervorato, spintonandolo, ha rischiato ben più di qualche articolo del Fatto. Perché davanti a sé aveva le belve del low cost, i branchi dei vacanzomani che pur di andare a pisciare in qualche mare straniero sono disposti a calpestare la propria madre, figuriamoci l’assistente aeroportuale. Sono i turisti più nichilisti, gente che si rifiuta di considerare che basso prezzo significa bassa qualità. E come potrebbe essere altrimenti? Pensano forse che una DR Zero valga una Porsche Cayenne? Se compri un volo Vueling stai comprando l’equivalente di una DR Zero, o pure meno. Aeronauticamente parlando basso prezzo significa aerei strapieni e supersfruttati, se per qualsivoglia ragione salta un volo non puoi pensare ci sia posto per te nel volo successivo. Al limite lo puoi sognare, ma non lo puoi pretendere. Se sceglievi Marina di Ravenna questi rischi non li correvi: hai voluto Maiorca a 19 euri? Ti sei perso i diletti delle dune adriatiche e ti aspettano le delizie del Leonardo da Vinci. Se c’è uno scandalo non sono i voli saltati, sono i voli da 19 euri. Il facinoroso da sala d’aspetto pensa che piloti e assistenti lavorino gratis, che il carburante non costi niente, che l’asfalto delle piste sia stato regalato, che le torri di controllo siano presidiate da robot graziosamente forniti dalla Nasa. Purtroppo non è così. Tutto è limato all’osso e quando non c’è più niente da limare limano lui, l’aspirante balearico. Che deve soprattutto tacere. E’ ovvio che se voli a 19 euri, [**Video_box_2**]fosse pure sulla linea Linate-Malpensa o Fiumicino-Ciampino, lo fai fottendo qualcuno ossia facendo pagare gran parte del tuo volo a qualche ignaro: il passeggero del sedile a fianco, che magari lo stesso biglietto l’ha pagato dieci volte tanto, oppure il contribuente stanzialissimo che si sobbarca gli extra-costi della dromomania di massa. Chi viaggia in siffatto modo non deve permettersi di gridare contro le hostess. Gridasse contro i piromani che intorno agli aeroporti bruciano pinete e rifiuti, contro le forze dell’ordine che non li catturano, contro i magistrati che non li rinchiudono in galera, contro i politici che non consentono di impiccarli. O, meglio ancora, contro sé stesso: il viaggiatore low cost è il moderno Icaro che vola troppo in alto nel cielo del risparmio (col non trascurabile vantaggio che lui, al contrario del personaggio mitologico, anziché cadere semplicemente non decolla).

 

Mi dispiace soltanto che a mettere in riga un saputello e un energumeno siano state due donne. Anche questo è un segno dei tempi: gli uomini d’ordine scarseggiano e per noi maschi ex alfa, privati dell’esclusiva di divise e pantaloni, si aprono gli inutili spazi della lamentela.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).