Gustavo Zagrebelsky con Laura Boldrini (foto LaPresse)

La finanza spiegata a Zagrebelsky

Mario Sechi
Citofonate Zagrebelsky: l’Europa c’è, sono i governi che semplicemente vogliono indietro i soldi prestati ad Atene. Il giurista (Gustavo) che si occupa di economia è uno spettacolo. Su Repubblica scrive che “di fronte alla Grecia non c’era l’Europa, ma la finanza che si fa beffe di formalità e competenze codificate”.

Il giurista (Gustavo) che si occupa di economia è uno spettacolo. Su Repubblica scrive che “di fronte alla Grecia non c’era l’Europa, ma la finanza che si fa beffe di formalità e competenze codificate”. E naturalmente “pecunia regina mundi” e perbacco “vox clamantis in deserto” e perdindirindina “l’Europa politica” è “un progetto all’ordine del giorno urgente e cogente”. Cogente. Che meraviglia. Chi sono i creditori della Grecia? Potete seguirne le tracce in un grafico interattivo del Wall Street Journal.

 

Ecco la finanza di cui parla Zagrebelsky. Centotrentuno miliardi deve incassarli un soggetto chiamato European Financial Stability Facility (EFSF). Che cosa è? E’ un meccanismo di salvataggio fondato nel giugno del 2010 per assistere Irlanda, Portogallo e Grecia. Chi sono gli azionisti? Eccoli: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Niente Wall Street, nessuna traccia del mio amico Gordon Gekko, ci sono i governi. Ah, la finanza, dove sarà mai nascosta? Un altro creditore è la Banca centrale europea: 24 miliardi da riscuotere. Chi sono gli azionisti? Il capitale della Bce è sottoscritto dalle banche centrali dello Stato, a loro volta partecipate dai governi e altre istituzioni finanziarie. L’elenco si può agevolmente leggere qui.  Poche tracce dei perfidi gnomi di Zurigo, peccato. Il Fondo monetario internazionale conta per 19 miliardi. Chi c’è dentro l’istituzione di Washington? Sono 188 paesi che partecipano in quote variabili al Fondo, le quote sono determinate secondo gli indici economici principali: Pil, riserve, etc. Banche presenti? Zero. Bello, il fantasioso mondo di Zagrebelsky. Andiamo avanti. Trentaquattro miliardi sono di investitori privati, i più vari. I governi dell’Eurozona direttamente pesano per 53 miliardi di euro. Altri 15 miliardi sono dei sottoscrittori di titoli di Stato emessi da Atene. Nel magico mondo di Zagrebelsky tutto è della finanza cattiva, solo che alla prova dei fatti i creditori sono gli Stati direttamente o indirettamente attraverso i meccanismi di salvataggio dell’Europa, presentissima. I primi tre soggetti esposti con il bilancio sbrindellato della Grecia sono Germania, Francia e Italia. La geografia dei creditori della Grecia dal 2010 a oggi è cambiata radicalmente. Le banche si sono ritirate, sono rimasti i governi. Così:

Citofonate Zagrebelsky: l’Europa c’è, sono i governi che semplicemente vogliono indietro i soldi prestati alla Grecia.

 

 

Continuate a leggere la rubrica di Mario Sechi in esclusiva per il Foglio

Di più su questi argomenti: