L'inquinamento atmosferico uccide meno eppure nessuno ne parla

Roberto Volpi
Il mese scorso è uscito il rapporto sulla “Valutazione integrata dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sull’ambiente e sulla salute in Italia”.

Il mese scorso è uscito il rapporto sulla “Valutazione integrata dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sull’ambiente e sulla salute in Italia” (da un progetto finanziato dal Centro controllo malattie del ministero della Salute e coordinato dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio) dal quale si deduce, a stare alle stesse parole con le quali è presentato sul sito del ministero, che “l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30 mila decessi solo per il particolato fine (PM 2.5), pari al 7 per cento di tutte le morti (esclusi gli incidenti)”.

 

Uno legge e pensa: il solito disastro italiano. Anche se potrebbe pure essere assalito dal dubbio: ma com’è che di disastro in disastro la vita media degli italiani è forse la più alta del mondo? E infatti, se procediamo, scopriamo che non si tratta affatto di un disastro. Di un trionfo, semmai. Ma presentato sotto spoglie peggio che dimesse – non si abbia mai a dire o pensare che qualcosa va pure bene, in Italia.

 

Ed ecco il punto centrale. Mentre nel 2005 il numero di decessi attribuibili all’inquinamento è stato, rispettivamente, di 34.552 per il particolato atmosferico e di 23.387 per il biossido di azoto, nel 2010 (le indagini di questo tipo sono lunghe e complesse) “si è osservata una forte diminuzione per il particolato atmosferico (21.524) e il biossido di azoto (11.993)”. Dunque da 58 mila morti si è scesi a 32.500, con un miglioramento di 25.500 morti (-44 per cento). Il risultato merita di essere ripetuto: 25.500 morti in meno, pari quasi al dimezzamento dei livelli di mortalità per inquinamento atmosferico. Il tutto in cinque anni. In Italia.

 

Qualcuno ne ha parlato? Articoli sulla stampa? Inchieste in televisione? E perché si sarebbe dovuto, vista la sottovalutazione generale di autorità sanitarie ed epidemiologi. Scienziati che infatti già guardano al 2020 per dire che “nonostante i miglioramenti tecnologici e le politiche adottate, si ha uno scenario tutt’altro che migliorato rispetto a dieci anni prima”. Ed ecco dunque la prima considerazione ministeriale: nessuna enfasi sulla realtà effettiva, monitorata e calcolata. Spostamento dell’attenzione su quel che sarà.

 

Poi arriva la seconda considerazione. Nel report infatti si sottolinea che i così pochi morti attuali per inquinamento atmosferico sono tali “soprattutto per le ridotte emissioni dovute alla recessione economica”. E a questo riguardo sorge spontanea una domanda: ma come, una contrazione del 44 per cento dei morti dovuta a una riduzione del pil tra il 2005 e il 2010 del 5 per cento o poco più? Boh. Misteri dei ministeri.

 

[**Video_box_2**]E infine arriva la conclusione, coi due scenari previsti da qui al 2020. Il primo scenario “ipotizza la completa adesione in tutta Italia ai limiti di legge previsti dalla normativa europea e nazionale”, mentre il secondo “prevede una riduzione uniforme del 20 per cento delle concentrazioni di inquinanti sul territorio”. E a questo riguardo al ministero si raggiunge il sublime. Si scrive infatti che se si riusciranno a realizzare questi due scenari si avrà “un risparmio di vite, rispetto al 2005, di 11 mila per il particolato atmosferico e 14 mila per il biossido di azoto” nel primo scenario “e di 16 mila per il particolato atmosferico e 18 mila per il biossido di azoto” nel secondo scenario. Un momento. Rispetto al 2005? E perché mai, essendoci i dati al 2010, si debbono fare i confronti dei dati raggiungibili nel 2020 con quelli al 2005? Ma perché se si fanno i confronti coi dati al 2010 (migliori del 44 per cento di quelli al 2005) si scopre che il primo scenario del 2020 è già stato largamente superato in meglio, mentre non si è così distanti neppure dal migliore scenario possibile ipotizzabile.

 

Ma quale complottismo. L’Italia è malata di autolesionismo. Al ministero della Salute sì che se ne intendono, di questa malattia. E’ da artisti riuscire a far passare sotto silenzio un magnifico risultato, gabellandolo come una mezza schifezza qualunque. Complimenti.

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