Il premier Matteo Renzi interviene agli Stati generali del clima alla Camera (foto LaPresse)

Una rinfrescata all'ambiente

Redazione
Lunedì alla Camera dei deputati si sono tenuti gli Stati generali del clima, conferenza voluta dal governo e organizzata dal ministero dell’Ambiente e da Italia sicura, struttura di Palazzo Chigi creata per combattere il dissesto idrogeologico.

Lunedì alla Camera dei deputati si sono tenuti gli Stati generali del clima, conferenza voluta dal governo e organizzata dal ministero dell’Ambiente e da Italia sicura, struttura di Palazzo Chigi creata per combattere il dissesto idrogeologico. A tema i 35 miliardi di euro da utilizzare in “difesa del clima” e la posizione del nostro esecutivo su un tema forse mai così mainstream come oggi, a pochi giorni dall’enciclica Laudato si’ in cui Papa Francesco fa sue – superandole – le tesi catastrofiste sull’impatto delle attività umane sulle temperature globali (a proposito: un mese fa la Nasa ha pubblicato i nuovi dati sull’estensione delle calotte polari: più 5 per cento rispetto al 1979, periodo in cui il global warming inarrestabile era ancora di là da venire).

 

Il ministro Galletti ha annunciato che il governo stanzierà 10 miliardi per prevenire il dissesto idrogeologico (ma sospettiamo che alle prime piogge autunnali sentiremo le solite polemiche sulla cura del nostro territorio) e che punta a tagliare le emissioni di gas serra del 40 per cento entro il 2030. Luoghi comuni sul carbone brutto e cattivo a parte, è degno di nota l’intervento del premier Renzi che non ha cavalcato l’allarmismo generale, ha spiegato che fare annunci choc non serve a nulla, e che piuttosto l’impegno dell’Italia da qui a dicembre – quando a Parigi si terrà il summit internazionale sui cambiamenti climatici dell’Onu – deve essere quello di far diventare prioritaria la discussione sul clima. Un discorso poco francescano e molto realista, in cui il premier ha detto che sul clima ci sono posizioni e idee molto diverse tra loro, e che per affrontare le problematiche a esso connesse serve un impegno comune. “Le rinnovabili da sole non bastano – ha detto Renzi – e la verità è che il petrolio e il gas non finiranno domani mattina”. Proprio mentre tanti – anche usando strumentalmente la Laudato si’ – chiudono il discorso, Renzi lo riapre chiedendo un dibattito onesto, che non metta i “buoni” tutti da una parte e i “cattivi” dall’altra. Un dibattito che non potrà che far bene.

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