La sede di Amnesty International a Londra

Inglesi sempre più antisemiti, ma Amnesty non vuol sentirne parlare

Giulio Meotti
Il numero di incidenti antisemiti nel Regno Unito ha raggiunto il livello più alto mai registrato, con casi di violenza, danni a proprietà, abusi e minacce contro i membri della popolazione ebraica in Gran Bretagna più del doppio rispetto allo scorso anno.

Roma. Il numero di incidenti antisemiti nel Regno Unito ha raggiunto il livello più alto mai registrato, con casi di violenza, danni a proprietà, abusi e minacce contro i membri della popolazione ebraica in Gran Bretagna più del doppio rispetto allo scorso anno. Questo ha rivelato un rapporto governativo, che Theresa May, il ministro degli Interni, ha descritto come “un monito per tutti a fare di più per fermare l’antisemitismo in Gran Bretagna”, mentre Yvette Cooper, il ministro degli Interni ombra, ha detto che si tratta di uno scenario “spaventoso”. Eric Pickles, il segretario della comunità ebraica, ha detto che “questi attacchi non sono solo contro gli ebrei britannici, ma contro tutti noi e i nostri valori condivisi”. Ma per il mainstream umanitarista, l’antisemitismo non è una cause célebre. E’ quanto emerge dal voto scandaloso con cui Amnesty International ha deciso di affossare un’indagine sull’antisemitismo nel Regno Unito.

 

Lo ha fatto con un voto palese, 468 a 461, durante una conferenza a Londra. La mozione era stata presentata da un dirigente di Amnesty, Andrew Thorpe-Apps, che ha commentato: “E’ stata l’unica risoluzione sconfitta durante tutta la conferenza”. L’addetto stampa di Amnesty, Neil Durkin, ha replicato: “Dopo un dibattito molto interessante dove tutti hanno condannato la discriminazione contro tutti i gruppi etnici e religiosi, i nostri membri non hanno deciso di passare questa risoluzione che chiede una campagna su un singolo soggetto. Amnesty International si batte contro la discriminazione in tutte le sue forme, e continuerà a farlo”. “1984” di Orwell non avrebbe saputo dirlo meglio.

 

[**Video_box_2**]Ma non è la stessa Amnesty International che ha approvato una indagine sulla “islamofobia” di 123 pagine e dal titolo “Choice and Prejudice” (sottotitolo: “La discriminazione contro i musulmani in Europa”)?. Durissimo il Centro Simon Wiesenthal sulla decisione dell’organizzazione di non indagare l’antisemitismo. “Questa farsa è un’ulteriore prova che Amnesty International, l’organizzazione per i diritti umani più importante del mondo, ha perso la sua bussola morale”, accusa Abraham Cooper del Centro Wiesenthal. “Ci sono circa 150 milioni di europei che hanno opinioni anti-israeliane e antisemite. Crimini di odio anti-ebraico e intimidazioni avvengono in tutta Europa e gli ebrei europei sono sempre più nel mirino dei terroristi islamici. Attraverso la sua decisione di rifiutare di mostrare solidarietà con i suoi concittadini ebrei, Amnesty si rivela essere parte del problema, non parte della soluzione”. Amnesty International ha fallito in un altro momento cruciale, quando di fronte alla famigerata Conferenza del 2001 contro il razzismo delle Nazioni Unite a Durban, in Sud Africa, dove tremila ong hanno votato per diffamare Israele. Senza considerare che a Londra ha ospitato eventi come “Complicity in oppression: do the media aid Israel?”. Organizzato dalla Palestine Solidarity Campaign, l’evento ha visto come ospite Abdel Bari Atwan, che ha giustificato l’attentato alla yeshiva Mercaz HaRav di Gerusalemme nel quale erano rimasti uccisi otto studenti israeliani. Nel 2006, durante la guerra di Libano, Amnesty produsse più documenti contro Israele che sul genocidio del Darfur allora in corso. E nel linguaggio di legno di Amnesty, proteggere gli israeliani dai kamikaze con la barriera difensiva è diventato “apartheid”. Ci mancava soltanto il voto per chiudere gli occhi sull’antisemitismo, proprio nel momento in cui, da Parigi a Copenaghen, si è aperta nuovamente la stagione di caccia all’ebreo. 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.