Una foto del 2009 dell'attentato al mercato cittadino di Meena Bazar a Peshawar, in Pakistan

18 membri di al Qaida arrestati in Sardegna

Redazione
La Polizia ha individuato e arrestato gli appartenenti a un network di combattenti del gruppo terroristico che pianificò la strage del mercato cittadino di Peshawar, in Pakistan, nel 2009.

Diciotto ordinanze di custodia cautelare sono state disposte nell'ambito dell'inchiesta che ha portato la Polizia di Stato a smantellare un network terroristico affiliato ad al Qaeda con base in Sardegna. Gli arresti eseguiti dalla Polizia di Stato di Sassari, coordinata dalla procura di Cagliari, sono a carico di appartenenti a "un'organizzazione dedita ad attività criminali transazionali che si ispirava ad al Qaeda e alle altre formazioni di matrice radicale sposando la lotta armata contro l'Occidente e il progetto di insurrezione contro l'attuale governo in Pakistan". La strategia degli atti terroristici compiuti - spiegano gli investigatori - era quella di "intimidire la popolazione locale e di costringere il governo pachistano a rinunciare al contrasto alle milizie talebane e al sostegno delle forze militari americane in Afghanistan".

 

I particolari del blitz saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma alle 12 nella sede della procura di Cagliari. Alcuni degli indagati sono responsabili di numerosi e sanguinari atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan, compresa la strage nel mercato cittadino Meena Bazar in Peshawar il 28 ottobre del 2009, dove un'esplosione uccise più di cento persone. Inoltre, dall'indagine sono emerse intercettazioni dalle quali risulta che due dei membri dell'organizzazione hanno fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggevano lo sceicco Osama Bin Laden.

 

Nell'attentato di Peshawar dell'ottobre del 2009, il più tragico nella storia della città, rimasero uccise 137 persone e oltre 200 rimasero ferite. L'attacco fu pianificato dai talebani delle zone tribali del paese (probabilmente originarie di Darra Adamkhel) e che da anni combattono contro l'esercito. Fu una risposta, dissero le autorità pakistane, all'offensiva militare lanciata nella regione del Waziristan del sud contro gli avamposti talebani. 

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