Lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano (foto LaPresse)

E' morto lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano

Redazione
Aveva 74 anni ed era da tempo malato.  Divenne celebre negli anni 70 per "Le vene aperte dell'America Latina" (1970), requisitoria contro lo sfruttamento coloniale e post-coloniale del subcontinente sudamericano

E' morto a 74 anni lo scrittore e giornalista uruguaiano Eduardo Galeano. Divenne celebre negli anni 70 per "Le vene aperte dell'America Latina" (1970), requisitoria contro lo sfruttamento coloniale e post-coloniale del subcontinente sudamericano dal XV secolo. Un successo mondiale, pubblicato in sessantotto edizioni, ma che per decenni venne messo al bando da diversi paesi del continente sudamericano.

 

Era nato il 3 settembre 1940 a Montevideo (Uruguay), dove iniziò la carriera giornalistica, in seguito al golpe militare, nel 1973 fu imprigionato e poi espulso dal suo paese. Galeano ha vissuto in esilio, in Argentina e in Spagna, fino al 1985, anno in cui la caduta della dittatura gli ha permesso di tornare in patria. E' autore di una trentina di libri, tradotti in oltre venti lingue. Tra le sue opere maggiori si ricordano "Specchi" (2008), "Un incerto stato di grazia" (con le foto di Sebastiao Salgado e Fred Ritchin, 2002), "Splendori e miserie del gioco del calcio" (1997), "La conquista che non scoprì l'America" (1992) e la trilogia "Memoria del fuoco" (1982-86) per cui gli è stato attribuito nel 1989 l'American Book Award.

 

Appassionato tifoso di calcio, Galeano ha scritto"'Splendori e miserie del gioco del calcio", una originale analisi della storia di questo sport: Galeano lo paragona a una recita teatrale e a una guerra; critica il patto scellerato con le multinazionali e attacca gli intellettuali di sinistra che rifiutano, per ragioni ideologiche, il gioco e il suo fascino nei confronti delle masse.

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