Il Nazareno seppellisce le etichette

Redazione

L’accordo Rcs-Mondadori si può fare. Bye bye veterogirotondini. Nella stessa situazione dieci anni fa ci saremmo trovati di fronte a manifestazioni di piazza, foto con i post-it, denunce contro il conflitto d’interessi e il dominio mediatico, feroci scontri televisivi e appelli contro la sempre imminente “svolta autoritaria”. E invece nulla.

Il cda di Rcs ieri ha deciso a maggioranza di avviare un periodo di trattative in esclusiva con Mondadori fino a fine maggio “per approfondire termini e condizioni” della proposta di acquisto di Rcs Libri. L’affare non è chiuso, è un primo passo verso la cessione dell’area libri al colosso di Segrate, anche perché è tramontata l’ipotesi di aprire il tavolo ad altri concorrenti. Insomma, si fa sempre più concreta la possibilità che la casa editrice di proprietà della famiglia Berlusconi diventi l’attore principale nel mercato italiano dei libri.

 

Nella stessa situazione dieci anni fa ci saremmo trovati di fronte a manifestazioni di piazza, foto con i post-it, denunce contro il conflitto d’interessi e il dominio mediatico, feroci scontri televisivi e appelli contro la sempre imminente “svolta autoritaria”. E invece nulla. Sono crollate molte delle barriere ideologiche e delle etichette che hanno caratterizzato l’èra ante Nazareno e l’operazione viene considerata per ciò che è: una scelta aziendale basata sulla convenienza di chi compra e di chi vende. Un nuovo campo di gioco, quello nazarenico, in cui gli affari si giudicano sulla concretezza, senza pregiudiziali culturali, ideologiche o pseudodemocratiche. Bye bye etichette. Certo, c’è ancora chi vive con lo sguardo rivolto alla vecchia èra e come il ministro Dario Franceschini si dice “molto preoccupato per il settore del libro scolastico”. E’ vero che pure stavolta s’è mosso il truppone di firmatari, Umberto Eco in testa, con un appello contro la vendita di Rcs Libri al Caimano. Ma in giro non si vede neppure un girotondo.

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