Matteo Renzi con Petro Poroshenko ogia a Kiev (foto LaPresse)

Renzi vola a Kiev mentre a Washington si continua a parlare di armi agli ucraini

Redazione

Il premier incontra Petro Poroshenko e chiede il rispetto della sovranità ucraina. Il ministro degli Esteri russo Lavrov "apprezza" lo sforzo italiano per una "normalizzazione" della crisi.

Missione diplomatica di Matteo Renzi nell'est dell'Europa. A Kiev il presidente del Consiglio ha incontrato il presidente ucraino, Petro Poroshenko, a cui ha assicurato che l'occidente vuole "il rispetto e l'indipendenza della sovranità dell'Ucraina" e ha chiesto "il ritorno della pace". "E' necessario monitorare il cessate il fuoco, monitorare le frontiere ed è importante" per questo scopo "la missione Osce", ha detto il premier.

 

Dopo la conference call sull'Ucraina di martedì pomeriggio con gli altri leader occidentali, Renzi è atteso in serata a Mosca con un duplice obiettivo: 'responsabilizzare' la Russia sia sulla crisi ucraina sia sulla lotta dello Stato islamico. Il tutto in nome delle buone relazioni che storicamente Italia e Russia hanno sempre avuto.

 

La visita arriva in un momento delicatissimo, al culmine di una crisi che non sembra trovare soluzione anche dopo l'omicidio di Boris Nemtsov, membro dell'opposizione al presidente russo Vladimir Putin. In attesa dell'arrivo di Renzi, a Mosca, intervistato dall'Agi, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha detto di apprezzare "l'impegno dell'Italia per la soluzione pacifica della crisi" e a favore della "normalizzazione" delle relazioni tra Russia e Ue.

 

Nelle ultime ore, secondo il governo ucraino, un militare di Kiev è stato ucciso e un altro è rimasto ferito. Secondo il portavoce dell'esercito, Vladislav Seleznyov, i ribelli filo-russi hanno aperto il fuoco ben 47 volte nelle ultime 24 ore. L'esercito ucraino e i separatisti continuano a scambiarsi accuse di ripetute violazioni del cessate il fuoco concordato a metà febbraio a Minsk. Non solo: secondo Kiev, i ribelli tengono prigionieri 195 militari ucraini e mancano all'appello altri 340 soldati.

 

[**Video_box_2**]Stamane, proprio nel Donbass, nella zona controllata dai separatisti, c'è stata un'esplosione in una miniera di carbone: il bilancio ancora non è chiaro, ma secondo i ribelli ci sono stati 33 vittime e decine di dispersi. E Kiev ha accusato i separatisti impegnati nei soccorsi di restringere l'accesso al sito.

 

In questo quadro, mentre il Papa è tornato a invitare a pregare per la pace, il capo di Stato maggiore della Difesa statunitense, generale Martin Dempsey, per la prima volta ha detto che è ora di fornire armi alle truppe ucraine affinché riescano a difendersi dai separatisti filo-russi: "Penso che gli Stati Uniti dovrebbero assolutamente prendere in considerazione l'ipotesi di fornire aiuti letali (armi)" a Kiev "nel contesto Nato", ha detto alla commissione Difesa del Senato. L'opzione di armare Kiev è ormai da mesi sul tavolo del presidente Barack Obama che ha già avuto il via libera del Congresso a maggioranza repubblicana.