Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi e lo statalismo creativo

Redazione

Che cos’è la politica industriale del governo? Da molti punti di vista, Renzi si muove surfando tra liberismo spinto (vedi il caso banche popolari, vedi il caso Jobs Act) e casi di interventismo sfrenato, triangolando con la Cassa depositi e prestiti (l’Ilva è solo uno dei tanti terreni sul quale il dirigismo spigliato di Renzi ha avuto un peso specifico importante).

Il senso di questa pagina. Ieri il direttore Claudio Cerasa ha dedicato un lungo articolo sulla genesi, l’origine e il futuro della politica industriale del governo Renzi. Abbiamo messo insieme alcuni puntini, alcuni dossier di oggi e di domani, dall’Ilva a Piombino passando per Alitalia, Rai e Telecom e abbiamo cercato di concentrarci su un punto in particolare: esiste o no una precisa identità nella politica industriale di questo governo? Da molti punti di vista, Renzi si muove surfando tra liberismo spinto (vedi il caso banche popolari, vedi il caso Jobs Act) e casi di interventismo sfrenato, triangolando con la Cassa depositi e prestiti (l’Ilva è solo uno dei tanti terreni sul quale il dirigismo spigliato di Renzi ha avuto un peso specifico importante). La politica industriale di Renzi, che abbiamo definito un mix a metà tra lo statalismo liberale e il liberismo di stato, si presenta sottoforma di patchwork e andare a studiare bene le dinamiche di questo patchwork ci può aiutare a inquadrare meglio che anno sarà dal punto di vista del rapporto tra il presidente del Consiglio e i grandi asset italiani. Il contesto economico internazionale, si sa, darà una spinta importante all’economia e il modo migliore per sfruttare questa cornice fortunata è quella di capire che direzione prenderà il governo. Il punto è questo? Esiste o no una direzione del renzismo su questo dossier? Abbiamo ricevuto alcuni spunti interessanti e continueremo a ospitarli nei prossimi giorni.

 


Ragioni per non fidarsi troppo della banda (larga) Telecom

L’enfasi di Renzi sugli investimenti digitali risveglia i liberisti. La forzatura del governo alla luce del passato

 

Il governo ha dato una certa enfasi programmatica alla modernizzazione della infrastruttura della rete telefonica manifestando l’intenzione di forzare il passaggio totale dalla rete in rame alla banda ultralarga fino alla porta di casa trovando la resistenza di Telecom, diretta interessata dopo anni di flemma sul dossier.

di Alberto Brambilla

[continua a leggere]


Tasse, spesa, debito. Partite perse da Renzi e rischi dell’interventismo di stato

Il gioco di prestigio sulla pressione fiscale. Il caso Cottarelli e una lettera a cui il premier non ha mai risposto

 

Più che inseguire la “teoria” (c’è?) che informa o informerebbe di sé la politica economica del governo Renzi, vale forse la pena di concentrarsi sulla “pratica”, sugli effetti concreti delle scelte renziane di questi primi dodici mesi. Premessa doverosa, per chiarire subito il punto di vista di chi scrive: Renzi sta fallendo gli stessi appuntamenti già clamorosamente mancati prima dai governi di centrodestra e poi dai governi tecnici, e cioè il necessario attacco (pervicacemente rifiutato dalla politica italiana) alle tre montagne delle tasse, della spesa e del debito.

di Daniele Capezzone

[continua a leggere]


Imprese e lavoro. Giù le tasse. Come attrarre, davvero, capitalisti dall’estero

 

Quando i sindacati parlano di “politica industriale”, in genere per lamentarne l’assenza, si riferiscono esclusivamente allo stato che si fa imprenditore correndo in soccorso delle imprese in crisi per tentare di rimetterle in linea di galleggiamento. Questa è la politica industriale che – se si escludono eccezioni molto circoscritte e ben motivate, come è il caso dell’Ilva – è meglio continui a restare assente.

di Pietro Ichino

[continua a leggere]


Tra Ilva e Iri

Perché il mio Pd non riesce a fare i conti con l’esperienza storica dello stato nella nostra economia

 

Caro direttore. La tua indagine sulla politica industriale del governo apre due interrogativi. Il primo riguarda il Foglio. Essendo quella di noi giornalisti una parrocchietta minore, me ne libero subito chiedendo se il liberismo originario del Fondatore non stia cedendo il passo all’interventismo ben temperato del Successore. Il secondo interrogativo, ben più rilevante, si può formulare così: perché l’azione di governo verso le imprese appare un patchwork (come tu la qualifichi aderendo al vero) e non (forse, non ancora) una costruzione coerente?

di Massimo Mucchetti

[continua a leggere]


Regali del governo

Bad bank, Rai, banche. Perché la Lega non può avere nulla a che fare con l’interventismo renziano

 

Politica industriale? L’unica industria ravvivata dal governo è stata quella della propaganda e della mistificazione: quando cadrà la maschera di carnevale che Renzi ha posto sul volto dell’Italia la sorpresa non sarà piacevole. Non esiste un singolo atto tra quelli compiuti dal governo che non sia dannoso o viziato da interessi che nulla hanno a che vedere con l’aspirazione al bene pubblico.

di Claudio Borghi Aquilini

[continua a leggere]

Di più su questi argomenti: