Regali del governo

Claudio Borghi Aquilini

Bad bank, Rai, banche. Perché la Lega non può avere nulla a che fare con l’interventismo renziano

Politica industriale? L’unica industria ravvivata dal governo è stata quella della propaganda e della mistificazione: quando cadrà la maschera di carnevale che Renzi ha posto sul volto dell’Italia la sorpresa non sarà piacevole. Non esiste un singolo atto tra quelli compiuti dal governo che non sia dannoso o viziato da interessi che nulla hanno a che vedere con l’aspirazione al bene pubblico. Una spoliazione sistematica per ora occultata da una possente macchina propagandistica che si appropria di condizioni congiunturali straordinariamente favorevoli. Peccato che godere dell’entusiasmo economico mondiale nel nostro caso sia equivalente all’ultimo sprazzo di una vettura che, precipitando da un dirupo, osservi con entusiasmo la velocità raggiunta nella caduta. Evidentemente Renzi confida di saltar fuori dalla portiera e di essere lontano al momento del botto. Si parta ad esempio dall’ultima operazione, il collocamento di Rai Way. La quotazione in Borsa delle torri Rai è avvenuto poco fa, a novembre, al prezzo di 2,95 euro per azione, ebbene se oggi Mediaset ne propone l’acquisto a 4,5 Euro per azione le possibilità sono solo due: o il potenziale acquirente è matto o lo stato ha buttato al vento una quota di un bene pubblico “regalandola” agli investitori (fra cui numerosi fondi esteri, una costante dei beneficati da Renzi). In totale parliamo di uno sperpero di circa 125 milioni così, in scioltezza, senza una riga di commento fra i molti che si sono fermati a disquisire sull’opportunità politica dell’operazione. Sempre i fondi esteri erano fra gli acquirenti delle Banche popolari, casualmente prima che il governo si inventasse un decreto che ne gonfiasse il valore delle azioni e sempre casualmente fra i possessori delle azioni c’era il fondo del consulente economico di Renzi, quel Davide Serra che ha ideato l’aumento delle tasse sui risparmi italiani dall’alto del suo legittimo conto a Ginevra, come da elenco della “lista Falciani”.

 

Sempre un estero, in questo caso la giapponese Hitachi, si è avventato sull’Ansaldo STS che a Pistoia (come Ansaldo Breda) produce i migliori treni del mondo proprio mentre il governatore Pd della Toscana, Rossi, si faceva bello presentando l’acquisto dei nuovi treni regionali pendolari fatti in Polonia. In tutto questo sfamarsi sulla mangiatoia della nostra industria ecco arrivare il provvidenziale Jobs Act che, in presenza di una crisi di domanda, renderà assai più facili i licenziamenti. Non occorre un genio per capire che il disegno è unico e precisissimo: invitare il mondo al più grande saldo della storia assicurando che oltre agli acquisti in offerta speciale risulterà semplicissimo lasciare il reso, vale a dire i posti di lavoro indesiderati. Insomma, una ripetizione in grande del modello della TRW di Livorno: acquirente tedesco, delocalizzazione polacca e licenziamenti italiani (450 famiglie in mezzo a una strada a cui ho dedicato la mia candidatura alla regione Toscana). Ovviamente dietro tutto ciò aleggiano i fantasmi del buco nero del Monte dei Paschi e della Banca Popolare dell’Etruria per cui si sta preparando il pacco della “bad bank”, modo simpatico per dire che si cercherà di appioppare al pubblico il credito delle banche reso marcio da una crisi euro-indotta da cui si potrebbe sfuggire se solo lo si volesse. Il mostro finale poi sarà il Ttip, la paurosa area di super libero scambio con l’America che già sarebbe pericolosa in condizioni normali ma, per un paese come il nostro appesantito da una moneta sbagliata, avrebbe lo stesso effetto di un bel tuffo nella vasca degli squali con le mani legate e insaporiti alla carne cruda.

 

Questa galleria degli orrori va fermata non oggi, ma ieri, perché quando la coperta della crescita mondiale si alzerà rischia di essere davvero troppo tardi. Una fabbrica si costruisce nei secoli ma per abbassare la saracinesca basta un secondo.

 

Claudio Borghi Aquilini, responsabile Economia Lega nord, candidato governatore regione Toscana

Di più su questi argomenti: