Il Cornoletame è uno dei preparati dei quali le aziende biodinamiche devono fare uso

Gli Ogm no, ma il "Cornoletame" sbarca pure in Bocconi (con Monti presente)

Giordano Masini

Il più importante di tutti è il preparato 500, o “Cornoletame”. Si ottiene riempiendo di letame il corno di una vacca che abbia già figliato almeno una volta, si seppellisce il tutto all’inizio dell’autunno, lo si lascia fermentare durante l’inverno e lo si tira fuori nel periodo pasquale.

Il più importante di tutti è il preparato 500, o “Cornoletame”. Si ottiene riempiendo di letame il corno di una vacca che abbia già figliato almeno una volta, si seppellisce il tutto all’inizio dell’autunno, lo si lascia fermentare durante l’inverno e lo si tira fuori nel periodo pasquale. A questo punto si estrae il letame dal corno, lo si conserva in un luogo fresco, possibilmente in un contenitore circondato da torba. I periodi migliori per distribuirlo sui campi sono i pomeriggi nuvolosi, subito prima della semina.

 

Non stiamo parlando, come sembrerebbe, di riti sciamanici precolombiani, ma di agricoltura biodinamica. Il Cornoletame è uno dei preparati dei quali le aziende biodinamiche devono fare uso, ma ce ne sono altri, come il 505, “Quercia”: si pialla la corteccia di una quercia, la si trita finemente e la si inserisce nel teschio di un animale domestico (proprio così) attraverso il foro del midollo spinale, che si richiude poi con della creta. Si fa decomporre il tutto ai bordi di uno stagno durante l’inverno, finché in primavera non è pronto all’uso. O il numero 502, per preparare il quale è necessario conservare, prima al sole dell’estate e poi sottoterra, dei fiori di Achillea in una vescica di cervo maschio. D’altronde chi non saprebbe come procurarsene una?

 

Ce n’è per tutti i gusti, e se qualche ingrediente dovesse scarseggiare, ci si può rivolgere ad aziende specializzate che promettono di predisporre il preparato secondo il disciplinare, corna di vacca, vesciche di cervo e crani di animali domestici compresi. Un chilo di cacca di mucca, dopo avere subito questo tipo di trattamento, arriva a costare ben 75 euro, Iva esclusa. Non male, davvero, come rivalutazione.

 

L’agricoltura biodinamica prese vita grazie a un celebre ciclo di conferenze che il filosofo Rudolf Steiner tenne nel 1924, nel quale concentrò sull’agricoltura le sue bizzarre concezioni esoteriche e che oggi sono conservate in un testo dal titolo “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell'Agricoltura” (Editrice Antroposofica). Di lì apprendiamo che per scacciare i topi dai campi è necessario spargere la pelle di un topo (giovane) dopo averla bruciata quando Venere è nel segno dello Scorpione, mentre per bruciare gli insetti è meglio aspettare che il Sole vada nel segno del Toro. E che “La vacca ha le corna al fine di inviare dentro di sé le forze formative eterico-astrali, che, premendo verso l’interno, hanno lo scopo di penetrare direttamente nell’organo digestivo” da cui l’importanza del corno della vacca nella preparazione del concime. E che per guarire dal cancro (non il segno zodiacale, in questo caso, ma la malattia) bisognerebbe evitare di mangiare pomodori.

 

[**Video_box_2**]Insomma, nulla di serio, anzi, uno “sciocchezzario” in piena regola, i cui vantaggi per la salute, l’ambiente e le qualità organolettiche dei prodotti agricoli non sono mai stati dimostrati (e ci mancherebbe il contrario) da nessuno. Eppure, a celebrare le virtù salvifiche dell’agricoltura biodinamica, in questi giorni a Milano, complice l’imminenza dell’Expo dei luoghi comuni, si riunisce un parterre da lasciare a bocca aperta. Il convegno dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, infatti, organizzato in collaborazione con l’Università Bocconi (sembra è uno scherzo, ma non lo è – anzi, il convegno si svolge proprio nell’aula magna dell’ateneo milanese), vede prendere la parola il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, Carlo Petrini, Giulia Maria Crespi, Moncalvo di Coldiretti, Salvatore Veca, Gian Antonio
Stella fino al presidentissimo senatore a vita prof. Mario Monti. E la lista è lunga davvero.

 

Perché gli Organismi geneticamente modificati (Ogm) non vanno bene, nella Milano da bere dell’Expo 2015, il Cornoletame e le vesciche di cervo maschio evidentemente sì. Anche all’Università Bocconi.

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