Tra Papa e Ogm, la falsa partenza dell'Expo

Chicco Testa

Buonismo agricolo che predica il ritorno alla dolce (?) terra, il rispetto delle zolle amiche, i timori della vendetta del dio dei boschi. Un mondo magico e primitivo, inondato di buoni sentimenti e di sacralità, che però non ha nulla a che fare con il mondo, come è e come sarà.

Non ho dubbi sul fatto che con il tempo l’Expo milanese svelerà tutte le sue qualità e ci darà una mano a capire come si nutriranno i 10 miliardi di persone attese a breve da queste parti. Tocca però registrare una falsa partenza. O almeno una falsa rappresentazione dei temi fondamentali. A leggere i maggiori quotidiani l’albero degli zoccoli potrebbe tranquillamente sostituire l’albero della vita che dovrebbe essere il simbolo dell’Expo. Buonismo agricolo che predica il ritorno alla dolce (?) terra, il rispetto delle zolle amiche, i timori della vendetta del dio dei boschi. Un mondo magico e primitivo, inondato di buoni sentimenti e di sacralità, che però non ha nulla a che fare con il mondo, come è e come sarà.

 

Nei discorsi di qualcuno vi è addirittura la negazione della più importante innovazione prodottasi nel mondo agricolo. Il suo essere diventato parte di un’industria alimentare che ha moltiplicato per mille la disponibilità di cibo. Contadini evocati come sacerdoti della terra anziché come imprenditori grandi e piccoli che ricercano qualità e mercati. Vogliamo affrontare il discorso dell’ingiustizia alimentare? Della disuguale distribuzione del cibo? Una cosa giusta il Papa l’ha detta. Oggi vi è disponibilità di cibo per sfamare tutti. Ma anziché domandarsi come questo sia avvenuto il Pontefice si addentra in avventurosi concetti sulla Terra che si vendica. Pare che quello delle punizioni sia diventata quasi una fissazione per Papa Francesco. E come fa la Terra, creatura del buon Dio, a vendicarsi? Naturalmente la colpa è dell’uomo, dei mercati e della finanza. Che sono invece i fattori che hanno prodotto l’attuale situazione di abbondanza alimentare .

 

L’agricoltura mondiale ha conosciuto negli anni ‘60 la prima grande rivoluzione fondata sull’utilizzo dell'energia. Fertilizzanti derivati dal petrolio, antiparassitari prodotti dalla chimica, trattori e altri mezzi meccanizzati ne hanno consentito un salto di produttività che a sua volta ha costituito la base per l’aumento del benessere e della popolazione. Il numero di occupati in agricoltura è calato drasticamente, la resa per ettaro è enormemente cresciuta. Oggi il mondo produce cibo sufficiente per nutrire 7 miliardi di persone e il numero di affamati è passato dal 50 per cento degli anni Cinquanta al 15 per cento di oggi. Fra di loro miliardi di persone urbanizzate e “senza terra”.

 

La seconda rivoluzione è avvenuta negli anni Ottanta-Novanta con la globalizzazione accompagnata da sistemi distributivi capaci di penetrare i mercati . Questo ha consentito un enorme aumento di import/export di cibo, la diffusione di stili alimentari che si sono mescolati in tutto il mondo, l’ accesso al mercato di aree geografiche precedentemente isolate.

 

[**Video_box_2**]La terza rivoluzione sta arrivando e, in linea con la rivoluzione tecnologica che pervade ogni attività, trasferisce informazione, sotto forma di biotecnologie, di organismi geneticamente migliorati, di un utilizzo sempre più efficace e controllato dell’energia impiegata. In questo modo la popolazione umana sarà sempre meglio nutrita e crescerà ulteriormente. Per arrestare la sua crescita, come è avvenuto già in alcune parti del mondo, quando avrà raggiunto la maturità economica e culturale. Di tutto questo per il momento vi sono scarse tracce nel dibattito dell’Expo. Si preferisce una rappresentazione naïf , da sussidiario di scuola elementare. Anziché scienziati ed economisti si intervistano registi e poeti . Qualcuno pensa che la specificità dei prodotti italiani possa fare a meno di un’agricoltura moderna e tecnologicamente avanzata. Già non è così fortunatamente e i nostri “campioni” lo sanno bene. Renzi ha allargato il campo e punta ad un aumento dell’export italiano. Tutto il contrario dell’ideologia reazionaria del km zero.

Di più su questi argomenti: