Non è un paese per Ogm

Redazione

La sentenza del Consiglio di stato e l’incredibile miopia dei Lincei: "Gli organizzatori sono consci che il convegno possa essere considerato una illustrazione delle ragioni di chi è a favore degli Ogm”.

"Gli organizzatori sono consci che il convegno possa essere considerato una illustrazione delle ragioni di chi è a favore degli Ogm”. Questa precisazione, stampata sull’invito a un convegno organizzato alcuni giorni fa a Roma dall’Accademia dei Lincei sugli Organismi geneticamente modificati (Ogm) la dice lunga sulla distanza di percezione tra addetti ai lavori e opinione pubblica. Una distanza certificata da un rapporto dell’Accademia delle Scienze americana (Aaas) di cui si discute molto in questi giorni: su molti temi, dagli Ogm ai pesticidi, dall’energia nucleare ai vaccini, tendiamo a non fidarci di chi ne sa di più, inseguendo superstizioni e pregiudizi. Al punto che un’istituzione scientifica come i Lincei sente il bisogno di “scusarsi” della propria obiettività e del proprio rigore metodologico, che porta a conclusioni tanto distanti dal senso comune.

 

Ma è a questo senso comune che si ispirano norme come il decreto di proroga per altri 18 mesi del divieto di semina del mais Mon 810 approvato a gennaio dai ministri Lorenzin, Martina e Galletti, e la sentenza del Consiglio di stato che proprio ieri ha respinto il ricorso dell’agricoltore friulano Giorgio Fidenato, che gli Ogm li vorrebbe seminare e che negli ultimi anni ha sfidato, spesso con successo, l’ottusità delle istituzioni e la violenza degli ambientalisti che sono arrivati più di una volta a devastargli la proprietà. Fidenato, sentito dal Foglio, ha assicurato che darà battaglia anche in Europa, per l’ennesima volta. Senza bisogno, almeno lui, di scusarsi con nessuno, e gliene siamo grati.

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