L'ultima copertina dell'Economist

Quel venticello chiamato Syriza che mette il turbo a certe uscite anti Berlino

Redazione

Il ministro dell'Economia francese Macron che irride il "feticismo" rigorista della Germania. Anche l'Economist, sulla copertina di domani, non può che occuparsi di Atene: c'è disegnata sopra una Venere di Milo che, per l'occasione, ha recuperato il braccio sinistro, impugna una pistola e rivolto alla cancelliera tedesca Merkel dice: "Go ahead, Angela, make my day".

I mercati ancora stanno prendendo le misure del nuovo governo greco, guidato dal partito di sinistra radicale Syriza e intenzionato a rottamare la Troika e l'austerity, oltre che a cancellare una parte del proprio debito pubblico (perlomeno a stare agli annunci delle ultime ore). Anche l'Economist, sulla copertina di domani, non può che occuparsi di Atene: c'è disegnata sopra una Venere di Milo che, per l'occasione, ha recuperato il braccio sinistro, impugna una pistola e rivolto alla cancelliera tedesca Merkel dice: "Go ahead, Angela, make my day". Sottotilo: "La sfida della Grecia alla Germania, e all'euro".

 

I leader delle principali cancellerie europee, finora, non si sono sbracciati per accogliere l'ultimo venuto in ordine di tempo, il quarantenne premier greco, Alexis Tsipras, anche se il presidente francese François Hollande lo ha già invitato all'Eliseo. Piuttosto il voto ellenico è tornato a offrire l'occasione, ad analisti come pure ad alcuni politici, di togliersi qualche sassolino rispetto alla politica economica tedesca, considerata foriera di guai.

 

E' il caso del ministro dell'Economia francese, Emmanuel Macron, ex banchiere d'affari che si accredita come il più riformista dell'esecutivo di Parigi guidato da Manuel Valls. Macron si è appena espresso in questi termini con i cronisti che lo hanno intercettato: "Il rischio che si trova a fronteggiare la Germania è una nuova forma di conservatorismo. E' il feticismo per il bilancio in pareggio", ha detto. Non esattamente un complimento per l'esecutivo guidato dalla Merkel che si vanta di chiudere il 2015 con il deficit dei conti pubblici totalmente azzerato. D'altronde però è da quando la crisi è cominciata che Parigi non perde occasione per lanciare frecciatine a Berlino, salvo poi riallinearsi diligentemente al momento opportuno. Non senza ottenere risultati utili per sé.

 

(mvlp)