Beppe Grillo (foto LaPresse)

Le Quirinarie dell'autodissoluzione

Marianna Rizzini

I Cinque stelle si consegnano al web tiranno, spunta Imposimato ovvero l’irrilevanza. Grande patema d’animo, pianti, abbandoni, minacce, discorsi dadaisti sul futuro (andare “oltre l’ultra oltre” è la frase cult che la deputata Tiziana Ciprini ha consegnato alla cronache). Per fare che cosa? Per consegnare ai parlamentari il diktat della rete.

Votare Ferdinando Imposimato alle Quirinarie e consegnarsi al nulla. Accade a casa Grillo: una mattinata di Sturm und Drang in assemblea (ieri), per dirsi e dire al mondo i nomi per il Quirinale da sottoporre al vaglio della Rete, e poi più di cinque ore di “Quirinarie” (votazioni on line per gli iscritti) sul blog del grande capo ed ex comico (oggi). Grande patema d’animo, pianti, abbandoni, minacce, discorsi dadaisti sul futuro (andare “oltre l’ultra oltre” è la frase cult che la deputata Tiziana Ciprini ha consegnato alla cronache). Per fare che cosa? Per consegnare ai parlamentari il diktat del web: votate Ferdinando Imposimato. Ovvero: votatevi alla non-rilevanza. Perché, forse per eterogenesi dei fini (viste le mosse precedenti, che dall’inizio della legislatura hanno assunto i contorni di un preludio graduale all’auto-riduzione nell’angolo), i Cinque stelle, negli ultimi giorni, avevano visto balenare davanti a sé la possibilità quantomeno di rompere davvero le scatole, se non di aprire la famosa scatola di tonno.

 

Per esempio candidando Romano Prodi e facendo l’occhiolino alla minoranza del Pd. E qualche povero grillino sparso l’aveva pure detto, nell’assemblea in cui i più sognavano la beata irrilevanza: turiamoci il naso, candidiamo Prodi (variante del tribuno Alessandro Di Battista, non altrettanto efficace ai fini del disturbo ai Nazareni: Pier Luigi Bersani). E però la Rete è la Rete, anche se non dimostra doti politico-strategiche (anzi), e anche se qualche dubbio era serpeggiato persino ai vertici del M5s: non è che stavolta riusciamo a far qualcosa? Ma a forza di dire “comanda il web”, tocca seguire il web pure se quello dice: autocancellati.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.