Beppe Grillo (foto LaPresse)

Cronaca di una grande comica a 5 stelle

Marianna Rizzini

I grillini fanno i nomi per il Quirinale aspettando le Quirinarie, ma tra un Prodi, un Magalli e un Rodotà va in scena l'autolode collettiva. L'assemblea funziona così: due minuti, dì il tuo nome per il Colle, se ce l’hai, e già che ci sei dì anche come la pensi sulla politica e il web, sul Nazareno e la mafia. Ecco tutti i candidati.

Roma. Tra il “fare i nomi” e le Quirinarie (votazione in rete) c’è la distanza di un’assemblea, che poi è una sfilata austera di parlamentari a Cinque Stelle con discorso breve sull’universo mondo: due minuti, dì il tuo nome per il Colle, se ce l’hai, e già che ci sei dì anche come la pensi –  sulla politica e il web, alcuni, e i più sul Nazareno, sulla mafia, sull’ex presidente Giorgio Napolitano, sul compito dei Cinque Stelle nella società traviata, sul “ventennio” appena trascorso, su Jeremy Rifkin (vate), sul fatto che “su nessun altro pianeta c’è questo rapporto con i parlamentari (copyright Carlo Sibilia, il deputato con il pallino del Bilderberg e dello sbarco sulla Luna, secondo lui farlocco).

 

Prima della votazione on-line che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio avevano sospeso a data da destinarsi, e che invece avrà luogo domani o venerdì, va in scena intanto l’autolode collettiva (“quanto siamo belli e bravi a essere così trasparenti”), e intanto sì, i nomi volano, ma il risultato è che deputati a senatori a Cinque Stelle cominciano a insultarsi l’un l’altro su Twitter: ma che siete matti a proporre Bersani? E Cofferati poi! Mi viene il voltastomaco. Ma che siete matti a proporre davvero Giancarlo Magalli? E poi per chi ci prendono? E ci sono quelli che vogliono “spezzare in Nazareno” e quelli che vogliono “circondare il Palazzo” (opzioni ventilate dal deputato Massimo De Rosa), e c’è chi come Dalila Nesci propone Roberto Benigni anche se i Cinque Stelle, come ricorda lei stessa, l’hanno criticato per “i compensi Rai”.

 

[**Video_box_2**]Dopo che Alessandro Di Battista, tribuno altermondialista, ha buttato lì su Twitter che Pierluigi Bersani dovrebbe stare nella rosa di nomi come nome “di garanzia”  contro “l’alleanza della massoneria”, piovono i soliti fiumi di Di Matteo, Zagrebelsky, Imposimato, Settis e Scarpinato, torna anche Rodotà, e qualcuno vuole una creatura mitologica – “un mix tra Settis e Marcello Maddalena”, e spuntano persino Erri De Luca (a processo per la Tav) e Umberto Eco (in quota “eccellenza”). A Roberto Fico “non va di fare i nomi (in compenso fa un discorso sulla morte della Repubblica italiana via patto del Nazareno). Enza Blundo dice che l'elezione di Napolitano l’ha “sottoscritta” la mafia, e allora lei vuole come presidente Paolo Savona. Qualcuno (deputato Gianluca Vacca) ritira la candidatura di Elena Cattaneo dopo averla proposta (tutto in tre minuti), ma quel che è certo è che aleggia il nome divisivo per antonomasia: Romano Prodi, che i grillini più grillini di Grillo non vogliono votare per via dell’euro (Prodi manco morto, perché, si evince dal discorso del deputato Daniele Pesco: “Ci ha portati in Europa e l’Europa non funziona”). Guardate “su Wikipedia” il curriculum del candidato Paolo Savona (di nuovo), è l’esortazione di Mimmo Pisano.

 

Ma i nomi sono il meno: l’assemblea in streaming, con arringhe automotivazionali (solo noi siamo così trasparenti – aridaje), restituisce l’istantanea di un movimento che raccoglie dal web la qualsiasi (i brutti, i cattivi, i poteri forti) e vorrebbe mondarsi con un nome puro. Nome puro che forse c’è, e dunque diventa chimera: “Le idee sul presidente del M5s sono spesso in contrasto tra loro ma la nostra vittoria è proprio questo dibattito”, dice Di Battista su Twitter. Contento lui.

 

Intanto è stata pubblicata sul blog di Beppe Grillo la rosa dei nomi M5S per il Colle. E non mancano le sorprese. L'escluso eccellente è Stefano Rodotà figura anche il nome di Pierluigi Bersani. Questi i 10 nomi che verranno sottoposti domani al voto della Rete: Pierluigi Bersani; Raffaele Cantone; Lorenza Carlassare; Nino Di Matteo; Ferdinando Imposimato; Elio Lannutti; Paolo Maddalena; Romano Prodi; Salvatore Settis; Gustavo Zagrebelsky.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.