Viviane Lambert, la madre di Vincent Lambert durante la manifestazione di domenica scorsa

“Je suis Vincent Lambert”

Redazione

La Marcia per la vita di Parigi, la Francia contro aborto ed eutanasia

Con la solennità di una marcia funebre, vogliamo affermare la nostra opposizione alla legalizzazione di qualsiasi gesto eutanasico”: lo rivendicano le quarantamila persone che domenica scorsa hanno partecipato a Parigi alla Marche pour la vie, dedicata quest’anno, insieme al tema dell’aborto, alla legge sull’eutanasia che il governo Hollande ha messo in cantiere. Diecimila palloncini neri sono stati scelti come simbolo del dolore per i nove milioni di aborti avvenuti in Francia in quarant’anni, mentre il corteo si apriva  – con un grande striscione: “Je suis Vincent Lambert” – nel nome dell’uomo di 38 anni che dal 2008, in seguito a un incidente, si trova in stato di minima coscienza. Per lui è stato decretato (come lo fu per Eluana Englaro), il distacco dell’alimentazione e dell’idratazione, ma contro quella decisione – che prefigura quello che potrebbe avvenire ad altri nelle sue condizioni se passasse la linea della “compassione” eutanasica autorizzata dalla legge – lottano i genitori e una sorella di Lambert, che hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (a favore è invece la moglie).

 

Il quotidiano della gauche, Libération, ha dovuto ammettere che la marcia per la vita è passata dai numeri irrisori degli inizi (dieci anni fa) a decine di migliaia di partecipanti. Merito anche dell’onda lunga della Manif pour tous (il movimento contro le nozze gay e la finzione della filiazione tra omosessuali), che  ha liberato slanci anche di natura generazionale. Più di un terzo dei marciatori ha meno di vent’anni, e in loro – spiega una diciottenne intervistata da Libé–  non c’è timidezza nel dichiarare la volontà di “combattere questa battaglia culturale”. ؊

Di più su questi argomenti: