Barack Obama durante il suo discorso sullo Stato dell'Unione (foto LaPresse)

Un bullo che se lo può permettere

Redazione

Obama dà la carica all’America (sulla politica estera è il cinico in chief). "Spavaldo”, scrive il New York Times commentando il presidente americano durante il discorso sullo stato dell’Unione. Ma spavaldo pare quasi sminuente.

"Spavaldo”, scrive il New York Times commentando il presidente americano, Barack Obama, durante il discorso sullo stato dell’Unione. Ma spavaldo pare quasi sminuente: Obama è stato quasi un bullo, ha parlato come se le elezioni di midterm non ci fossero mai state, come se i repubblicani non le avessero vinte, ma fossero soltanto un partito d’opposizione livoroso che non vuole collaborare, e che non si accorge che il mondo è di Obama e dei democratici, che hanno fatto ritornare l’America un paese forte, economicamente potente, con l’indipendenza energetica, con l’occupazione, con la crescita a ritmi straordinari. Ha parlato di tutto, Obama, dello spirito americano che è fatto di sogni e di ripartenze, di opportunità colte e fatte fruttare, dei diritti, da quelli dei gay a quelli delle mamme nei mesi di maternità, delle tasse, della middle class a lui cara (perché elettoralmente potente) e dei ricchi che hanno la responsabilità della diseguaglianza.

 

Soprattutto ha parlato di sé, dei cinici che non lo hanno capito e lo hanno criticato. Non ho un’agenda personale, ha detto, “non ho più campagne elettorali da fare, il mio obiettivo…” ed è stato interrotto dai repubblicani sarcastici che applaudivano. Una pausa e ha risposto: “Lo so, è perché ne ho già vinte due”, con i democratici in visibilio. I risultati in politica interna sono innegabili, delle nuove tasse e dell’immobilismo al Congresso ne sentiremo parlar. Sulla politica estera invece la ricostruzione di Obama è fumosa, forse persino offensiva. In questo è lui il cinico in chief.

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