Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Il Cav. esulta: "FI è tornata centrale, il Pd non ha più al maggioranza al Senato"

Redazione

Berlusconi apre ad Alfano dopo l'incontro sul Quirinale: "Proporremo il nome di Antonio Martino per il Colle". Poi aggiunge: "Vogliamo riunire i moderati per arrivare finalmente a un bipartitismo maturo".

Dopo il voto sull'Italicum, Forza Italia è tornata a essere centrale. Il Pd non ha più la maggioranza al Senato. Sono le parole riferite da Silvio Berlusconi ai deputati di Forza Italia riuniti a palazzo Grazioli al termine dell'incontro con Angelino Alfano sul Quirinale. "Abbiamo una linea politica chiara, che è quella di riunire i moderati per arrivare finalmente a un bipartitismo maturo", ha spiegato Berlusconi.

 

Un disgelo tra Forza Italia e Nuovo centrodestra che trova riscontro anche nelle parole di Angelino Alfano. Tra Forza Italia e Area popolare "c'è un patto per il Quirinale e, al tempo stesso, riteniamo sia importante allargare il consenso della base moderata", ha detto il ministro al termine del nuovo incontro con Silvio Berlusconi e le rispettive delegazioni, replicando a chi gli chiedeva se oltre al patto per il Quirinale ci fosse qualcosa in più, ovvero un riavvicinamento tra i due partiti.

 

[**Video_box_2**]Sulla necessità di una convergenza sul Quirinale, Berlusconi si è sbilanciato formulando il nome di Antonio Martino come come candidato dei moderati. Per i primi scrutini si voterà un candidato di bandiera, poi dal quarto scrutinio si convergerà sul nome condiviso con il Pd. Lasciando intendere che il candidato di bandiera per le prime tre votazioni potrebbe essere proprio Martino. L'ex ministro della Difesa, messo al corrente delle parole di Berlusconi, è rimasto sorpreso: "Io candidato? Non so nulla, mi sembra uno scherzo da prete", ha detto ai microfoni della Zanzara su Radio24.

 

Il percorso delle Riforme ha "fatto sciogliere molti nodi nei rapporti con Ncd, ha aggiunto il capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani. "Oggi abbiamo deciso un metodo e non abbiamo parlato di nomi. Il Pd non ha tutti i numeri che servono per eleggere il capo dello stato e quindi ha l'obbligo di tener conto delle forze moderate".