Alexis Tsipras

Un Lula sul Partenone

Redazione

Se Tsipras (e Podemos a Madrid) facessero bene? Dice Merrill Lynch. Sebbene l’ambiente esterno alla Grecia sia più complicato, il caso di Lula prova che Tsipras potrebbe sorprendere positivamente in forma simile i mercati accelerando riforme strutturali”, conclude il documento.

Syriza e Podemos sono in testa ai sondaggi. In Grecia si vota tra 10 giorni, e in Spagna il 20 dicembre. L’idea che il 2015 possa iniziare e chiudersi con la vittoria di governi di stampo chavista in due paesi dell’Unione europea fa evidentemente rizzare i capelli a molti. Ma non alle banche. Captatio benevolentiae nei confronti di possibili vincitori? O davvero nella finanza internazionale si inizia a pensare che, tutto sommato, la sferzata ai consumi che potrebbe imprimere la sinistra radicale sarebbe sempre meglio dell’attuale stagnazione? Come che sia, è proprio l’ultimo paper diffuso a Londra da Bank of America Merrill Lynch a spiegare che forse Tsipras, più che un pericoloso Chávez, potrebbe essere il Lula greco. “Lula da Silva, presidente del Brasile tra 2003 e 2010, era un vecchio leader sindacalista di sinistra che ha dimostrato come la paura dei mercati fosse infondata e ora viene accreditato per l’impressionante traiettoria economica del Brasile. Sebbene l’ambiente esterno alla Grecia sia più complicato, il caso di Lula prova che Tsipras potrebbe sorprendere positivamente in forma simile i mercati accelerando riforme strutturali”, conclude il documento. Merrill Lynch sembra così prendere sul serio la svolta moderata esibita da Syriza a metà dicembre, quando proprio di fronte alla prospettiva di dover presto gestire il paese il responsabile economico del partito Yannis Milios aveva chiarito: “Nessuno dentro a Syriza crede di poter arrivare al governo e cancellare unilateralmente la maggior parte del debito, addossandolo al resto degli stati membri”. Sull’altra sponda del Mediterraneo, anche il presidente della Asociación Española de Banca José María Roldán Alegre a novembre aveva dichiarato di non avere “alcun problema” a vedersi con i dirigenti di Podemos. Anzi, ha detto di considerare “naturale” il successo di un simile movimento, di fronte a una crisi “tanto profonda”. Poco prima, il leader di Podemos  Pablo Iglesias aveva a sua volta presentato un nuovo programma economico molto più moderato, in cui al posto dell’originaria proposta di cancellazione unilaterale del debito pubblico c’è “una ristrutturazione ordinata del debito o una riduzione concordata” con l’Europa.

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