Una vignetta disegnata da alcuni vignettisti belgi in solidarietà a Charlie Hebdo (foto LaPresse)

SORRISO E SOUMISSION

Giulio Meotti

Parla Scruton: “In Europa c’è un vuoto che l’islam sta riempiendo. Nel Corano non esiste l’ironia”

Roma. “Si è creato un vuoto che adesso l’islam prova a riempire”. Così al Foglio Roger Scruton commenta la strage a Charlie Hebdo e l’uscita del romanzo “Soumission”  di Michel Houellebecq. Filosofo e  polemista inglese, Scruton ha avuto a che fare con la censura e la libertà di espressione fin da 1979, quando divenne uno dei più accaniti difensori della dissidenza anticomunista in Cecoslovacchia. Espulso da Praga, dove ha fondato la Libera Università, Scruton sarebbe poi stato insignito dalla Repubblica Ceca della più alta onoreficenza nazionale.

 

“Il romanzo di Houellebecq ha il merito di indicare in termini letterari questa trasformazione spirituale e culturale”, dice Scruton al Foglio. “Ogni civiltà dipende dalla propria religione rivelata. La cultura occidentale, soprattutto di sinistra, ha cercato invece di smantellare il cristianesimo e l’illuminismo. E’ come la Russia del XIX secolo, anche allora c’era il terrorismo dei nichilisti e i segni dell’avvento di una ideologia comunista totalitaria. Fu una vendetta imposta sul resto del mondo. I terroristi possono essere senza causa o possono dedicarsi a una causa così vaga e metafisica che nessuno potrebbe ritenerla raggiungibile. I nichilisti russi erano gente del genere, come li raccontano Dostoevskij e Turgenev. L’incarnazione di questa figura è il professore descritto da Joseph Conrad nel romanzo ‘L’agente segreto’, che brinda ‘alla distruzione dell’esistente’”.

 

Secondo Roger Scruton, i musulmani oggi cercano in Europa una nuova appartenenza: “Ma una che rigetti tutto quanto cristianesimo e illuminismo hanno prodotto, a cominciare dalla libertà di espressione. Per questo hanno attaccato la sede di Charlie Hebdo. La sinistra ha preparato la strada della sottomissione all’islam. La libertà di espressione è legata all’identità giudeo-cristiana dell’Europa”. Secondo Scruton, un altro problema è che l’islam non ride. “Ci sono molti tipi di islam. I sufi ad esempio sanno ridere come noi occidentali. L’islam sunnita no. Ha abolito la risata e non accetta lo scetticismo. L’ironia è una parte fondamentale della nostra cultura, perché ci aiuta ad accettare le differenze. Pensiamo al nostro ‘credo quia absurdum’. C’era già ironia nella Bibbia ebraica, poi amplificata dal Talmud. E Soren Kierkegaard vide nell’ironia la virtù che univa Socrate a Cristo. Il riso è dunque una grande conquista, ma può diventare anche una minaccia, come è avvenuto nel caso di Charlie Hebdo. I Vangeli sono pieni di ironia, il Corano no”.

 

[**Video_box_2**]Scruton è d’accordo con quanto ha detto il generale Al Sisi al Cairo sulla necessità di un travaglio interno all’islam. “Il problema è che la riforma dell’islam non può avvenire se il Corano resta la parola letterale di Dio. La Bibbia è ‘ispirata’ da Dio. L’interpretazione invece è fondamentale, mentre l’islam la guarda con sospetto. Dobbiamo tornare alle origini del Corano, ma non sarà facile”.

 

Suona falso a Scruton lo slogan “siamo tutti Charlie Hebdo” che adesso dilaga nelle piazze e nei giornali europei. “La prima reazione degli occidentali non è mai stata la lealtà verso il proprio mondo, quanto l’appeasement al terrorismo. ‘Siamo tutti Charlie Hebdo’ significa questo: lasciateci in pace, lasciateci vivere le nostre vite. Lo stesso avvenne anche dopo le bombe del 7 luglio a Londra, quando si disse che era in gioco il ‘nostro stile di vita’. Salman Rushdie ne è un esempio: la fatwa contro di lui è stato l’inizio di tutto, è un rappresentante di talento di queste classi abbienti letterarie londinesi e un prodotto della scuola pubblica britannica. Ha saputo provocare, ma Rushdie non ha avuto la forza di rispondere alla fatwa di Khomeini. Ma risalendo indietro si arriva agli anni Trenta del XX secolo, quando l’Inghilterra conobbe un grande movimento pacifista e isolazionista di fronte a Hitler. E la Cecoslovacchia ne pagò per prima le conseguenze”.

 

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.