I due sospettati dell'attacco a Charlie Hebdo

I giochi crudeli del medio oriente

Redazione

Bella la storia islamista di Chérif Chouaki, uno dei due sospettati del massacro di Parigi che al momento in cui va in stampa questo editoriale passeggia ancora per la Piccardia, braccato invano dalle forze speciali.

Bella la storia islamista di Chérif Chouaki, uno dei due sospettati del massacro di Parigi che al momento in cui va in stampa questo editoriale passeggia ancora per la Piccardia, braccato invano dalle forze speciali. Bella perché rivelatrice di come funziona il medio oriente e il suo rapporto spesso ballista con l’occidente. Dunque, monsieur Chouaki fu arrestato nel gennaio 2005 perché si preparava ad andare a combattere il jihad in Iraq, passando da Damasco e dal confine siriano come migliaia di altri volontari. Allora il regime di Bashar el Assad era davvero amichevole con i jihadisti, perché ammazzavano soldati americani e civili iracheni e in generale rafforzavano l’idea che Washington avrebbe fatto meglio a tenersi lontana dal medio oriente. In definitiva, aiutavano Assad a fare quello che sa fare meglio: tenersi stretto alla sedia di presidente.

 

Racconta l’ambasciatore americano che nel 2005 guardava dalle finestre del suo ufficio una fila di jihadisti stranieri, che nel piazzale antistante aspettava l’autobus che da Damasco porta a Baghdad, assistiti da ufficiali dell’intelligence siriana (la sede diplomatica ora è chiusa). E’ di pochi giorni fa la notizia che Louay al Shaqqa, vice di Abu Mussab al Zarqawi, si incontrava con il capo dei servizi segreti siriani, Assef Shawkat. Dieci anni dopo: adesso sembra che Chouaki sia andato in Siria ad addestrarsi al massacro, assieme a uno dei gruppi jihadisti che hanno preso il posto dei gruppi ribelli che combattevano Assad. Il presidente Assad ora si fa passare per un baluardo delle minoranze e un campione contro il jihad, sempre con in testa il solito obiettivo:  restare al suo posto.  “Vorrei tanto fare la guerra al terrore con voi”, dice in ogni intervista. Chi gli vuole credere, gli creda.

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