L'outsider

Redazione

Uno/una che sia silente e sospeso, ma pronto ad afferrare il bastone

L’outsider, per esserlo compiutamente, dovrebbe prima di tutto essere donna. Ma potrebbe pure essere uomo (e lì ci si ferma: altro non è previsto né prevedibile) Una/o che si aggira, ma senza passerella; che spiega, ma senza supponenza; capace, fino al momento cruciale, di praticare l’attività di un geco e di manifestare la visibilità di una marmotta in inverno. Alleprato, seppure statico. Essere nei pensieri altrui, magari senza che gli altri possano immaginarlo fino al momento decisivo – quello del Maxi Ingorgo. Clandestino nei pensieri dei grandi elettori, ma pur sempre “in pectore” di qualche kingmaker di rilievo. Stare defilato, non finire sui giornali, mostrare accorto disinteresse, meglio se con qualche elegante distrazione – ah, si vota per il Quirinale? Peccato, ho un anno sabbatico a Reykjavìk… Deve, l’outsider, essere convenientemente sospeso, nella testa di chi lo soppesa e lo scruta, tra la possibilità di figurare in seguito sia come Presidente Risolutore che come Presidente Decoratore – essere insieme un po’ rassicurante cardinal Peretti, che al conclave si presentò malandato e malfermo, e poi, una volta eletto Papa Sisto V, le stampelle gettò via e afferrò la mazza. L’outsider, si sa, è sempre un rischio (Pannella, per esempio, tirò fuori Scalfaro, inteso quale “il Pertini cattolico”, per poi amaramente pentirsene).

 

Una volta era lo spauracchio dei partiti (una volta c’erano i partiti), sempre una/o Illustrissima/o che al bene del paese sudate carte e meritato riposo sacrificava: così che tanto al paese dava, e tanto il paese le/gli doveva. Il rischio numero uno per l’outsider è la vanità, la degnazione, il cercare il cono di luce prima dell’avvenuta acclamazione. Altra cosa: sfuggire come la peste la possibilità di essere appellato ennesimo esponente della “società civile” – ormai palese quale denominazione abusata e tarocca: la comoda scorciatoia che preserva dalla contaminazione della casta ma pure dalla possibilità di essere Aldo Moro. Perciò donna – ove possibile. Ma comunque sempre di chiara fama: il musico di grido, il banchiere di classe (possibilmente non in senso marxista), lo scienziato autorevole, l’intellettuale di pregio. Una/o capace di bordeggiare il sordido mondo politico, ma di sortirne immacolata/o e spendibile. E’, l’outsider,   la possibilità politica col maggior maxi-sconto: perfetta, per i giorni dei saldi.

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