La pagina di Repubblica sul dibattito sulla famiglia ospitato dalla Regione Lombardia

Sono quei bisnizzari pro gay dei media provocatori che cercano di infilzarci a quel che non siamo

Luigi Amicone

Luigi Amicone ci accusa con tono fervente di avere accreditato i republicones come testimoni attendibili di un evento cattolico che loro in realtà demonizzano.

Al direttore - Quel che mi spiace non è andare al cinema piuttosto che fare il moderatore a un convegno. Mi spiace che tu accrediti Repubblica di fonte attendibile in materie che non siano di cronaca sportiva. Non sono qui a fornirti spiegazioni sul nulla di una notizia inventata, grottesca, idiota, messa a ingombrare un’intera pagina di dorso milanese perché probabilmente sabato 3 gennaio non c’era niente da scrivere. E se il Pucciarelli non si fosse inventato la balla di gente che il prossimo 17 gennaio si sarebbe riunita come allo zoo, per vedere l’effetto che fa curare un gay, la pagina sarebbe rimasta intonsa o aperta a qualche servizio bananiero tipo quello infiocchettato nella stessa edizione di Repubblica del 3, sul dorso nazionale, dal guerriero più papista del papa Marco Ansaldo contro “i lupi” alla Messori – e questa proprio ci mancava – ringhianti e sbavanti “una vera dichiarazione di guerra, minacciosa nella sostanza di un avvertimento di stampo mafioso” nei confronti di Papa Francesco. No, non chiedo venia e il 17 non andrò a vedere American Sniper, che è quello che ci vuole in questi tempi di don Farinella, perché la scemenza col botto e di intolleranza ignorante non è la mia, la nostra, di gente che ha volentieri aderito a una pubblica conversazione (ufficialmente “convegno”) titolato “Difendere la famiglia per difendere la comunità”.

 

Regione Lombardia, con in testa il suo governatore e la sua coraggiosa assessore alla cultura, ha deciso di sostenere apertamente una manifestazione tanto politicamente scorretta, visto l’epoca delle greggi di monadi, quanto giusta, che rende onore alla verità della vita e alla sostanza millenaria di ogni società umana. Qualunque sia il provvisorio destino di caos a cui ci condanna l’odierna regina ideologia che effimeramente, spaesatamente, e con grandi sciabolate di demenza conformista, comanda oggi sul tamburo dell’Imperatore #Lovislove, il peggior presidente della storia americana, ma che grazie agli elettori americani, da questa mattina, martedì 6 gennaio, dovrà inchinarsi al tempio della democrazia e vedersela con l’epifania della maggioranza repubblicana al Congresso di Washington. Al dunque, perfino Obiettivo Chaire, “associazione cattolica che non si occupa di psicoterapia” né di controverse “terapie riparative”, ma di francescano “accompagnamento pastorale”, dalla cui adesione al convegno si è cercato di tirare per i capelli la barzelletta del raduno ospedaliero per i gay, respinge con parecchia incazzatura (vedi http://comunitambrosiana.org/2015/01/04/comunicato-obiettivo-chaire/) la chiavica messa in giro da Repubblica. L’unica verità di questo polverone è che vogliono intimidire l’opposizione al pensiero unico e mascherare la reale, spessa, mimetica “omofobia” dei ministri del culto Lgbt e dei loro reggicalzini a Repubblica, che considerano le persone omosessuali loro proprietà e, soprattutto, fonti di business. Ciao

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