Ostriche pelose e alici panate fritte

Redazione

Sulla gastromoda preferita da consiglieri laziali de destra e de sinistra

Non solo Italia alle vongole, ce n’è anche una all’ostrica: animale appartenente al dominio eukaryota, al sottoregno eumetazoa, ramo bilateria,  phylum mollusca e subphylum conchifera, classe bivalvia, sottoclasse pteriomorphia, famiglia ostreidae, genere ostrea. Può essere di varie specie: conchaphila, cristata, edulis, equestris, lurida, megadon, sandvicensis. Le classificazioni di Linneo per quanto accurate non prevedevano l’ostrica laziale “vulgaris”: status symbol di consiglieri della Regione Lazio, de destra e de sinistra.  Dopo il Pdl in versione Fiorito Batman, arriva  il Pd  locale di Esterino Montino, Mario Perilli, Marco Di Stefano. La procura di Rieti ha spulciato per un anno e mezzo pacchi di rimborsi spese fasulli e rinviato a giudizio quarantuno ex consiglieri, oggi deputati, senatori e sindaci, per peculato, truffa aggravata, fatture false e finanziamento illecito. E’ tutto un ostricaio de noantri, plateau come se piovesse. Ora che si tratti dell’insipida claire, della fine belon o la carnosa grosse, è cibo che va assaggiato con eleganza femminea, mangiato in modica quantità, di preferenza senza salse all’aceto o al pepe e soltanto nei mesi dell’anno che contengono la lettera erre: anche l’ostricultura ha una sua stagione.

 

C’è da scommettere che i nostri autoctoni rampanti non siano stati molto riguardanti: e siccome l’importante è suggere e ingollare, si saranno buttati sulla preda come i gangster di Atlantic City, emettendo il suono caratteristico dell’attacco alla valva di sotto alla quale l’ostrica è ancorata. Labbra  e lingue che si fanno largo tra barba e baffi e puntano un simulacro irresistibile di vulva. Anche lei può dare piacere o avere i denti. In un ristorante della costiera amalfitana, una coppia di innamorati ci ha trovato dentro tre perle, a una casalinga francese che faceva spesa in pescheria è capitata la stessa cosa. Ma è di questi giorni anche la notizia che l’ostreid herpes virus 1 (OsHV-1), variante del virus erpetico, dopo aver colpito allevamenti in Asia, sta facendo strage  di Crassostrea gigas, la specie più diffusa in Europa. I consiglieri del futuro facciano dunque come noi: i filetti di baccalà e le alici panate fritte magari faranno salire un po’ il colesterolo, ma sono più buoni, costano meno. E fanno molto meno cafone.

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