Quando un pallone da calcio convinse tutti a posare i fucili

Francesco Caremani

Quella che fu ribattezzata la "partita della pace" del Natale 1914 viene commemorata dall'Uefa. Tante le leggende attorno all'episodio che convinse soldati nemici a uscire dalle trincee per deporre le armi e giocare a pallone. Vere o presunte, a quel pallone di stracci tirato fuori dal fango vogliamo crederci.

La partita della pace, giocata il giorno di Natale del 1914 nella terra di nessuno fra tedeschi e inglesi durante la Prima guerra mondiale, è stata commemorata dal presidente dell'Uefa, Michel Platini, inaugurando un monumento a Ploegsteert, località di Saint-Yvon, in Belgio. Il match fu vinto dai tedeschi per 3-2 e fu citato in un documento di Kurt Zehmisch, soldato del 134° reggimento sassone: “Il pallone aveva rimpiazzato le pallottole e per la durata di una partita di calcio l’umanità aveva ripreso il sopravvento sulla barberie”. Secondo un’altra ricostruzione, quell’incontro non si sarebbe mai potuto giocare perché i due reggimenti individuati erano separati dal fiume Lys. Ernie Williams, un militare inglese, quella partita però l’ha disputata e l’ha raccontata in un’intervista televisiva nel 1983: “A un certo punto è apparso un pallone, non so dire se sia arrivato dalla nostra o dalla loro trincea, prima c’è stato qualche passaggio, ci divertivamo, alla fine è diventata un’unica grande mischia, senza alcun arbitro e punteggio, anche perché il cuoio della palla si era completamente infradiciato”; secondo altri era fatta di stracci.

 

La tregua di Natale del 1914 fu un gesto spontaneo che riuscì dove altri fallirono: come la lettera di 101 suffragette britanniche scritta alle donne tedesche e austriache; o la proposta di Papa Benedetto XV (“Possano i cannoni tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano”) ufficialmente respinta. Secondo più ricostruzioni, soprattutto inglesi, furono i tedeschi i primi a uscire dalle trincee, dopo aver mostrato cartelli di auguri e intonando canti natalizi. Circa 100 mila furono i soldati coinvolti in tregue volontarie lungo il fronte delle Fiandre. Tedeschi, inglesi, ma pure francesi e belgi che si scambiavano auguri e indirizzi, seppellivano i propri morti, si regalavano cibo, sigarette, facevano vedere le foto delle fidanzate, ammiravano le armi avversarie, celebravano messe. Per molti la tregua durò solo il 25 dicembre, secondo altri alcuni giorni; i più fortunati non si spararono addosso fino all’anno nuovo.

 

C’è un sito (christmastruce.co.uk) che ricorda quei momenti, grazie soprattutto alle lettere dal fronte che raccontarono all’opinione pubblica quello che era accaduto. “Prova soltanto a pensare che mentre tu stavi mangiando il tacchino, io stavo parlando e stringendo le mani agli stessi uomini che solo qualche ora prima avevo tentato di uccidere”, riporta una delle missive dell’epoca. Una tregua che scatenò l’ira dei rispettivi comandi e fu rivelata solo grazie al New York Times che il 31 dicembre 1914 pubblicò i resoconti dei militari coinvolti, seguito poi dal britannico Daily Mirror, dal Daily Sketch e dal Times. Le lettere scritte da chi prese parte alla partita furono portate ai giornali dai loro stessi parenti increduli, con la speranza  che l’intesa per una pace fosse vicina, inconsapevoli della ferocia che si sarebbe scatenata negli anni successivi. In Germania le notizie arrivarono molto più smorzate, mentre in Francia furono del tutto censurate.

 

[**Video_box_2**]Episodi simili non si ripeterono, se non in misura molto minore. I comandi iniziarono a far ruotare i reggimenti perché non prendessero confidenza col nemico e nell’approssimarsi delle festività intensificavano i bombardamenti per scoraggiare una tregua ampia come quella del 1914. La prima amichevole tra Inghilterra e Germania si giocò a Berlino il 10 maggio 1930 e finì 3-3, mentre la prima volta a un Mondiale fu la finale di Londra del 30 luglio 1966 vinta dai padroni di casa per 4-2. È difficile dire se il giorno di Natale di cento anni fa si giocò veramente una partita di calcio tra le due trincee, forse se ne giocarono più di una, forse furono delle mischie divertite e divertenti; secondo altri, a giocare furono solamente gli inglesi. Resta però l’idea che in mezzo a una guerra alcuni ragazzi trovarono il coraggio di abbassare le baionette e di guardare negli occhi il nemico che qualcuno aveva designato per loro. E ci piace credere che col fango e col cuoio si siano regalati il senso più profondo e cristiano del Natale.

 

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