Digitare a rotta di collo

Annalena Benini

Piegati in avanti come struzzi che puntano un sassolino. E’ la postura del Nuovo millennio. Uno stile di vita usurante, che provoca il “text-neck”, il mal di collo e di schiena da messaggi: passare ore a sbirciare e utilizzare il telefono con le dita è come mettere ventisette chilogrammi di peso sulla cervicale.

La schiena ingobbita, il collo piegato in avanti, il mento verso il petto, e un’aria da struzzo che sta puntando un sassolino: è la posizione che assumono gli umani quando hanno un telefono in mano. In piedi, seduti, mentre camminano, mentre guidano l’auto, mentre assistono alle recite di Natale dei figli, a volte anche mentre fanno l’amore. Bisogna sporgersi un po’ avanti con il collo (e strabuzzare gli occhi) per leggere i messaggi, gli articoli, per rispondere a uno scocciatore, per controllare le email più o meno ogni tre minuti.

 

 

E’ uno stile di vita usurante, che provoca il “text-neck”, il mal di collo e di schiena da messaggi, scrive il Times. Ma anche da giochi elettronici, secondo uno studio compiuto su seimila adolescenti finlandesi doloranti (come se i giochi sul telefono fossero soltanto una fissazione degli adolescenti: provate a sporgere ancora un po’ di più il collo verso il vostro vicino di treno, autobus, fila alle poste, pizzeria: calvo ma con un alto livello a “Candy Crush”). Secondo studi scientifici, passare ore a sbirciare e utilizzare il telefono con le dita è come mettere ventisette chilogrammi di peso sulla cervicale. Come andare a prendere l’acqua al pozzo portando i secchi appesi al collo. O come portare un bambino di terza elementare sulle spalle per tutto il giorno. Un’epidemia di mal di schiena, il flagello delle nuove generazioni. Si tratta, però, soprattutto di una fissazione (anche per controllare una padella sul fuoco bisogna piegare il collo, anche per leggere un libro), è la sindrome da postura scorretta per cui tutti ci sentiamo terribilmente in colpa, così, appena leggiamo che la vita tecnologica ci danneggia cerchiamo di raddrizzare la schiena, stirare il collo, farlo roteare, scrocchiare, iscriverci a Pilates, farci camminare sul corpo da qualcuno. Per alleviare il dolore alla schiena molti vanno a farsi massaggiare, però non resistono e tengono il telefono silenzioso e acceso sul lettino, gli occhi semichiusi in modo da intercettare il cambio di luminosità dello schermo, e si scusano con il massaggiatore dicendo che si tratta di un’emergenza. Il massaggiatore ha un telefono che vibra nella tasca del camice, e non ci fa troppo caso: a volte massaggia con una mano sola perché con l’altra risponde ai messaggi. Il nostro collo, in fondo, è stato progettato per piegarsi, per raccogliere le bacche nei cespugli, i fiori nei prati, per fare attenzione ai serpenti che strisciano vicino ai piedi. Quindi non può essere così terribile, così compromettente per un collo evoluto in migliaia di anni, controllare il meteo sul telefono o camminare guardando verso il basso come cercatori di monetine perdute, piegati quasi come i raccoglitori d’oro della Sierra Pelada. Il mal di schiena è aumentato, ma in compenso non abbiamo mai avuto pollici tanto agili e scattanti, pollici allenatissimi e con una forte personalità. Così, quando rimarremo bloccati con il collo in avanti, immobili e inermi per un colpo della strega da tablet, doloranti e ammutoliti, i nostri pollici ci salveranno.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.