Il solito clima

Redazione

E' alle battute conclusive a Lima, in Perù, l’ennesimo incontro preparatorio al summit sul clima di Parigi che nel 2015 dovrebbe portare alla firma di un documento condiviso per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2020.

E' alle battute conclusive a Lima, in Perù, l’ennesimo incontro preparatorio al summit sul clima di Parigi che nel 2015 dovrebbe portare alla firma di un documento condiviso per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2020. Questa volta almeno hanno scelto un paese in piena estate, evitando la cornice di neve e freddo che spesso rende surreali le discussioni su come fermare il caldo che avanza; i risultati, però, sembrano sempre gli stessi: i rappresentanti di quasi 200 paesi hanno discusso per dodici giorni (producendo parecchia CO2) su come intervenire per non fare aumentare la temperatura globale di oltre 2 gradi entro il 2100. Dal summit sono uscite le solite parole d’ordine, e il presidente dell’Ipcc Pachauri ha aggiunto un avverbio al grande classico, “dobbiamo davvero agire sui cambiamenti climatici ora”: per il resto gli esperti hanno fatto sapere che gli impegni che i paesi presenti stavano promettendo di prendere non basteranno comunque per rallentare il riscaldamento entro i 2 gradi, e l’India si è fatta portavoce dei paesi in via di sviluppo. Il ministro dell’Ambiente Prakash Javadekar ha infatti spiegato che la loro priorità è quella di aiutare la parte più povera della popolazione, e quindi loro non taglieranno le emissioni se non in cambio di soldi e tecnologie, piuttosto si sforzino di più i paesi ricchi. Nei prossimi mesi ci presenteranno il summit di Parigi come quello decisivo per la salvezza del pianeta, ma intanto ci hanno già detto (con settimane di anticipo) che il 2014 è stato l’anno più caldo di sempre: un centesimo di grado in più rispetto al record del 2010. Con un errore di calcolo possibile stimato attorno a un decimo di grado. Ma questo non ce lo diranno.

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