Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, al fianco di Rosy Bindi oggi in audizione alla commissione parlamentare Antiomafia (foto LaPresse)

Il procuratore capo di Roma: "Nella capitale non c'è una sola mafia"

Redazione

Dopo gli altri due arresti di stamattina, Pignatone parla in commissione parlamentare e descrive un'organizzazione criminale "originale" e distinta da quella di Cosa Nostra o della 'ndrangheta. Marino intanto rifiuta la scorta.

A Roma non esiste una sola organizzazione mafiosa, bensì diverse che tuttavia si distinguono da quelle "classiche" siciliane o calabresi. A descrivere la realtà criminale emersa dall'inchiesta denominata "Mafia capitale" è stato il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, dopo i due nuovi arresti eseguiti stamattina. Secondo le accuse i due assicuravano il collegamento tra alcune cooperative gestite dalla 'consorteria' romana e la 'ndrangheta. Il capo della procura di Roma, in audizione alla Commissione antimafia, ha poi avvertito: "A questa grande operazione altre ne seguiranno a breve". Oggi il Ros ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Roma su richiesta della locale procura distrettuale antimafia, nei confronti di Rotolo Rocco e Ruggiero Salvatore, entrambi indagati per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'operazione "Mondo di Mezzo".

 

Contestualmente un ulteriore soggetto, indagato a piede libero e destinatario di informazione di garanzia, e' stato sottoposto a perquisizione locale e personale. Intanto, i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma, nell'ambito dell'operazione su "Mafia capitale" condotta con i carabinieri del Ros, hanno eseguito il sequestro di altre due società cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi. Il valore stimato supera i 15 milioni di euro. "Riteniamo di aver fatto un passo avanti con l'inchiesta 'Mafia capitale'". Pignatone è tornato a parlare di "mafia originaria e originale", che non ha "collegamenti con le mafie classiche" e "rispecchia la società romana". Quello dell'associazione sgominata a Roma è un "metodo mafioso, capace di ricorrere alla violenza per creare assoggettamento a fini leciti o illeciti nell'ambiente circostante, non solo territoriale ma sociale, per creare omertà e soggezione". Tuttavia "non c'è un'unica associazione mafiosa che controlli la città di Roma: non siamo a Palermo con Cosa Nostra, a Reggio Calabria con la 'ndrangheta, a Napoli con la miriade di clan di Camorra - ha spiegato Pignatone -, Roma è troppo grande, non c'è un'unica associazione presente in modo esclusivo".

 

[**Video_box_2**] Più in generale sul fronte della lotta alla corruzione, il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone e il presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella, hanno annunciato che da lunedì prossimo entrerà in vigore il 'bollino blu' per le imprese che prevede un meccanismo di premialità per le aziende virtuose: "Questo strumento non sarà obbligatorio - ha sottolineato Pitruzzella - ma premierà quelle aziende che operano in conformità con la legge" per quanto riguarda le gare d'appalto e l'accesso ai finanziamenti pubblici.

 

Intanto, il sindaco della capitale, Ignazio Marino, rifiuta la scorta. "Il mio predecessore l'ha avuta fino a qualche giorno fa perché così  riteneva il prefetto. Io credo che, se non è proprio necessario - ha  sottolineato Marino - è meglio che quegli uomini vengano utilizzati  nella nostre periferie".

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