Capitalisti con la mano morta

Redazione

Il Censis riscopre la politica, sì dopo tanti decenni trascorsi ad auscultare i sommovimenti della società, rimette la politica al primo posto e imputa l’immobilismo dei denari agli imprenditori flosci.

Il Censis riscopre la politica, sì dopo tanti decenni trascorsi ad auscultare i sommovimenti della società, rimette la politica al primo posto, spiega Giuseppe De Rita che, proprio per aver rilanciato la politique d’abord, apprezza il presidente del Consiglio Matteo Renzi (anche se non è il suo tipo). Ecco la novità del rapporto Censis 2014 che non legge la crisi italiana con le lenti del pauperismo. L’Italia finora non si è impoverita, semmai si è resa liquida. “Nel periodo 2007-2013 tutte le attività finanziarie delle famiglie sono diminuite tranne la voce biglietti, monete e depositi salita in termini reali del 4,9 per cento, tanto che arrriva a costituire il 30,9 per cento del totale”. E’ un “attendismo cinico” che porta a destinare il 44,6 per cento del risparmio alla copertura di imprevisti. Ecco perché gli 80 euro non si sono tradotti in consumi. Il denaro non manca, però viene conservato per timore, per incertezza, per ansia del futuro.

Motivi precauzionali è la definizione arida degli economisti, “mancanza di desiderio” è la definizione del Censis. De Rita cita san Bernardino da Feltre il primo in assoluto ad aver introdotto la nozione di capitale inteso come “moneta movimentata”. Ma oggi non si muovono i risparmi, non si muove il capitale. I keynesiani parlano di trappola della liquidità. Il Censis parla di “atonia” e punta il dito sul grande capitalismo. Il crollo degli investimenti è impressionante: si sono ridotti di oltre un quarto in hardware, costruzioni, mezzi di trasporto, del 22,9 per cento in macchinari. Prendendo il 2007 come punto di riferimento “c’è stata una mancata spesa cumulata superiore a 333 miliardi di euro”. E’ la mano morta del capitalismo.

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