Il sindaco di Roma, Ignazio Marino (foto LaPresse)

Un marziano a Roma

Marianna Rizzini

E prima a Ignazio Marino, sindaco di Roma nei giorni della cosiddetta “Mafia capitale”, inchiesta del pool Pignatone, arriva questa notizia: indagano l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo (che si dimette). Poi gli arriva l’altra notizia: indagano il presidente pd dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti.

Roma. E prima a Ignazio Marino, sindaco di Roma nei giorni della cosiddetta “Mafia capitale”, inchiesta del pool Pignatone, arriva questa notizia: indagano l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo (che si dimette). Poi gli arriva l’altra notizia: indagano il presidente pd dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti (che si dimette). Poi, scherzo del fato per un sindaco che, parole sue, “ha improntato” il suo lavoro “sulla trasparenza”, indagano addirittura il responsabile Trasparenza del Campidoglio, Italo Walter Politano, uno che sul tema teneva pure dei corsi. Infine le intercettazioni squadernano al mondo il fatto che Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, vertici del presunto “romanzo criminale”, parlavano al telefono del (non indagato) capo della segreteria del sindaco Mattia Stella, come di uno da “valorizzare” di più. Ce ne sarebbe abbastanza per reagire, per incazzarsi, per prendersi la responsabilità anche essendo “estranei ai fatti” (ma pur sempre sindaci). Invece boh.

 

Invece il sindaco Marino non fa e non dice, anche se potrebbe pur sempre dire qualcosa di diverso dall’asettico “io che c’entro?”. Ed è un mistero: per quarantotto ore, prima cioè che il premier Matteo Renzi arrivi a definirsi “sconvolto” in un’intervista a La7, e prima che annunci il commissariamento del Pd romano, con dimissioni molto consigliate del segretario romano Lionello Cosentino, prima di tutto questo Marino, più che reagire con veemenza (e da sindaco), quasi quasi si scansa, con l’aria stralunata del marziano che esce per la prima volta sulla Terra dall’astronave oblunga e luminescente, o del terrestre che sbarca con il casco sulla prossima galassia, e appena si accorge che fa troppo freddo per viverci pensa: vabbè, io adesso torno in orbita. Perché tanto lui non c’entra: questo hanno detto gli inquirenti e i conoscenti, questo ha fatto capire lui stesso in tutte le salse, e questo marzianamente gli basta. E ora arriva (pare) la scorta.

 

[**Video_box_2**]Poteva spaccare il mondo che da tempo vede marcio attorno a lui, Ignazio Marino, il sindaco in bici che adesso, dice il prefetto, farebbe meglio per ragioni di sicurezza a rinunciare alle due ruote e accettare protezione (ci penserà, ha detto). Ci penserà, il sindaco che si è ritrovato sul tavolo, una mattina, la “Mafia capitale”. “Vado a parlare con gli elettori”, poteva dire un attimo prima che lo dicesse il presidente Pd e neo commissario per il partito romano Matteo Orfini, che ieri ha annunciato, per il 10 dicembre, una conferenza in periferia, con il sindaco che, a questo punto, si immagina sarà presente. Eppure niente: Marino, nei giorni del gran bailamme di commenti sulla corruzione e sul malaffare e sulle bande della Magliana passate e future, semplicemente non diceva. Poi incontrava il capo dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, restando comunque un passo sopra (o indietro) all’orrore da serie tv nera che scorreva a titoli cubitali. D’altronde lui, Marino, che è un marziano se lo dice da solo, come da intervista alla Stampa (“sono un sindaco marziano”, ha detto a Maria Corbi, ed è la tipica reazione di chi, sotto la pioggia, sa di avere l’ombrello in borsa – tanto peggio per voi). Ecco perché mi ostacolavano, ecco perché quel can-can sulla mia Panda rossa e le multe e la Ztl, ha detto come gli fosse arrivato il risarcimento del destino, reazione tipica di chi, in tabaccheria, sa di non essere stato mai e poi mai attratto, a differenza delle masse di dannati e illusi, dal gratta e vinci del “Turista per sempre”, quello che ti fa vincere per tutta la vita quattro o cinquemila euro al mese. Nel caso della “Mafia capitale”, per giunta, altro che un “gratta e vinci” si imputa ai sospettati di illecito incasso: c’era di mezzo, dicono gli inquirenti, il pagamento interessato di un doppio, lauto stipendio da parte della coppia Carminati-Buzzi, capi del “sistema mafioso” di cui gli inquirenti hanno annunciato anzitempo l’esistenza rispetto alla tempistica ufficiale, concedendo la première a un’assemblea pd (seppure senza fare nomi). E così quel “mi ostacolavano”, detto nel momento di massima tensione, quando chi cercava Marino lo trovava asserragliato in una stanza-astronave con gran presidio di pizzardoni (li ha visti Francesco Merlo, che poi ne ha scritto su Repubblica), è diventato improvvisamente frase e convinzione del giorno. Si è sentita dunque ostacolata (anzi “delegittimata”), per altri motivi, anche l’assessore ai Servizi sociali Rita Cutini, che gli intercettati definiscono “quella con cui stiamo messi male”, quella con cui non si poteva trattare (lei dice al Corriere: “Avevo la percezione di lavorare con il freno a mano tirato”, ma c’era pure una questione di rimpasti che aleggiava). E non basta: si è sentito ostacolato anche Umberto Croppi, ex braccio destro dell’ex sindaco di centrodestra Gianni Alemanno (oggi indagato), un Croppi che oggi viene intervistato per raccontare che cosa succedesse ai tempi di Alemanno. E siccome Croppi è anche autore, come Giancarlo De Cataldo (tutto si tiene) di un libro che si chiama “Romanzo comunale” (tutto si tiene), oggi Croppi in persona dice al Giornale che c’era “consociazione di interessi”. E così, per tutti, pare un annegare dolce in questo mare.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.