Il presidente russo Vladimir Putin durante il suo discorso all'Assmblea federale (foto AP)

Putin accusa l'Occidente: "Vogliono una nuova cortina di ferro"

Redazione

Il presidente russo denuncia le sanzioni contro Mosca applicate, dice, per minare la sua economia. E rilancia: "No alla corsa al riarmo ma nessuno ci sarà militarmente superiore". Sulla Crimea dice che è "terra sacra".

Il presidente russo Vladimir Putin attacca l'Occidente definendolo responsabile della nuova cortina di ferro creata attorno alla Russia e di aver fomentato spaccature interne al paese, così come accaduto in Cecenia negli anni Novanta. In quel caso - ha detto il presidente russo - gli occidentali hanno tentato di realizzare uno scenario simile a quello yugoslavo incoraggiando divisioni etniche. I paesi della Nato, inoltre, sono i "veri responsabili della crisi ucraina" tramite l'imposizione di pesanti sanzioni a Mosca. Una strategia definita "cinica" opposta all'interesse russo che, ha aggiunto Putin parlando all'Assemblea federale, è invece quello di "cercare partner affidabili e di togliere le barriere, invece che di costruirne di nuove".

 

Il capo del Cremlino ha definito le sanzioni occidentali imposte a Mosca in seguito alla crisi ucraina uno strumento per colpire deliberatamente l'economia russa che, secondo le stime, entrerà in recessione dal prossimo anno. Per questo motivo, Putin ha proposto un'amnistia per il ritorno dei capitali in patria per una cifra che si aggira attorno a 81 miliardi di euro e nuove misure per favorire investimenti esteri. Sempre nel tentativo di sostenere l'economia, il presidente russo ha detto di avere in mente un congelamento delle aliquote fiscali per i prossimi quattro anni. Lunedì scorso il rublo ha vissuto la giornata peggiore dal 1998 a oggi, arrivando a perdere il 9 per cento del suo valore contro il dollaro.

 

Sul fronte delle crisi internazionali, Putin ha ribadito l'importanza "sacra" della Crimea per la Russia alla stregua di "quello che rappresenta il Monte del Tempio per gli ebrei", rivendicando l'annessione della regione dell'Ucraina orientale abitata - ha detto - dal "nostro popolo". Il presidente russo ha definito quelle terre "immagine dello sviluppo della variegata ma solida nazione e dello stato centrale russo".

 

Per questo motivo, la Russia potrebbe dotarsi di "strumenti non convenzionali" piuttosto che di una "dispendiosa corsa al riarmo" per garantire la sicurezza della nazione. "Abbiamo volontà e coraggio sufficienti per farlo. Siamo preparati ad affrontare ogni tipo di sfida e di vincerla", ha concluso.

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