Il ministro del Lavoro Poletti con Salvatore Buzzi, ritratti sulla copertina del numero I del maggio 2014 dell’organo ufficiale della cooperativa

La foto di famiglia di Buzzi comprende anche il dottore romanziere De Cataldo

Massimiliano Lenzi

Che (almeno) il magazine sia uguale per tutti. Dopo aver letto su Rep. Roberto Saviano: “Il ministro del Lavoro Poletti è finito in copertina proprio con Buzzi sul magazine della cooperativa 29 Giugno”, con annessi quesiti d’illazione diffamatoria sul come fosse stato possibile.

Che (almeno) il magazine sia uguale per tutti. Dopo aver letto su Rep. Roberto Saviano: “Il ministro del Lavoro Poletti è finito in copertina proprio con Buzzi sul magazine della cooperativa 29 Giugno”, con annessi quesiti d’illazione diffamatoria sul come fosse stato possibile: “Non si era informato su come queste cooperative vincessero gli appalti? Su come i disperati che ci lavorano non fossero altro che bacini di voti, strumenti di pressione sociale, oggetti per riciclare?”.

 

Una domanda allo scrittore moralista la poniamo noi. Perché Poletti, attuale ministro del Lavoro già capo delle Cooperative, non avrebbe dovuto finire sulla copertina di una rivista per cui scriveva anche il giudice e romanziere dottore Giancarlo De Cataldo, l’autore di Romanzo Criminale?

 

Nel numero I del maggio 2014 dell’organo ufficiale della cooperativa di Salvatore Buzzi, a pagina 27 c’era un pezzo preceduto da un’avvertenza: “In questo numero sottraiamo lo spazio destinato al nostro collaboratore amico Giancarlo De Cataldo per rendere merito alla sua ultima opera letteraria ‘Il Combattente. Come si diventa Pertini””. Prima di rispondere, Saviano, ci rifletta. In nome della legge. Anzi, del magazine.

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