Il ministro dell'Economia Lapid e il premier Netanyahu (foto Ap)

Netanyahu licenzia due ministri: elezioni anticipate in Israele

Redazione

Il premier fa fuori dall'esecutivo Lapid e Livni. Le tensioni sorte nelle scorse settimane attorno alla legge finanziaria sulla ridefinizione dello stato come "Patria nazionale del popolo ebraico".

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha licenziato i ministri delle Finanze, Yair Lapid, e della Giustizia, Tzipi Livni. Lo ha comunicato l'ufficio del primo ministro.

 

Non è riuscita la mediazione tra le due anime della coalizione di governo dopo le dichiarazioni di ieri del premier che accusava Lapid di "sabotare il lavoro del governo" non volendo "rinunciare al suo progetto di azzerare l’Iva per alcuni acquisti" e continuando a "opporsi alla legge proposta dal governo per definire Israele la patria nazionale del popolo ebraico e non più stato ebraico e democratico”. Lo scontro tra le due parti era inizito a proposito della definizione dello stato di Israele che Netanyahu voleva trasformare in "Patria nazionale del popolo ebraico". In mattinata il ministro dell'Economia, dopo un incontro di un paio d'ore con Netanyahu, aveva diramato una breve nota nella quale accusa il premier di remare contro il bene di Israele, minacciando che "se continuerà questo tipo di comportamento senza precedenti da parte di alcuni ministri del governo, non ci sarà nessun’altra possibilità rispetto a nuove elezioni".

 

Pur essendosi sempre dichiarato contrario alla prospettiva di elezioni anticipate, Lapid, secondo fonti interne al partito citate da Haaretz, starebbe pensando a una crisi di governo ma solamente dopo l'approvazione della legge finanziaria, poiché "se si andasse a elezioni anticipate", ha detto Lapid, "si paralizzerebbe l’economia e ci sarebbero gravi problemi nella realizzazione del suo piano di rilancio del paese".

 

[**Video_box_2**]Il premier, critico nei confronti della politica economia di Lapid, si era deciso a sostenere il piano dell'alleato per ridurre a zero l’Iva per l’acquisto della prima casa, in modo da ottenere la disponibilità del ministro dell’Economia e dello Yesh Atid a votare la legge sulla definizione dello stato di Israele. Ma le critiche delle ultime settimane di Lapid nei confronti della proposta di legge hanno provocato una retromarcia del partito di Netanyahu nella votazione della legge finanziaria portando così Israele all'impasse politico.

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