La superstizione anti vaccino

Redazione

Sacrosanti gli scrupoli medici, fuori luogo gli allarmi mediatici.

La coincidenza, neppure molto significativa dal punto di vista statistico, tra la vaccinazione antiinfluenzale e alcuni decessi di utenti ha indotto le autorità sanitarie a ritirare, per controllarli, due lotti di vaccini. Fin qui si tratta di un’applicazione ragionevole di un principio di precauzione, che se viene invece adottato in modo esasperato finirebbe con l’avere effetti devastanti. I vaccini sono uno degli strumenti fondamentali del miglioramento della sanità pubblica, hanno permesso di sconfiggere malattie tremende come la poliomielite o il vaiolo, servono a ridurre l’impatto letale anche delle epidemie meno acute come quelle influenzali. Questi dati oggettivi si scontrano con una confusa ma diffusissima sottocultura che esprime dubbi irragionevoli e spinge settori non secondari della popolazione a diffidare dei vaccini.

 

[**Video_box_2**]Si calcola che una famiglia su cinque si opponga alla vaccinazione infantile. Gettare benzina sul fuoco di questa sorda opposizione alla medicina scientifica può avere quindi effetti assai gravi dal punto di vista pendemico (senza contare i riflessi negativi sull’economia, basti pensare alla ricchezza e all’occupazione prodotte in Italia dall’industria del farmaco). Paradossalmente questa ideologia di carattere superstizioso si accompagna alla diffusione del pensiero unico scientista, quello che sostiene che tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche moralmente lecito, compresa la manipolazione e la selezione genetica umana. Sono opposti fondamentalismi che si possono combattere solo con un’attenzione razionale e critica ai dati reali dell’evoluzione scientifica, esattamente il contrario delle campagne oggi in voga.

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