Mario Draghi e Pier Carlo Padoan (foto LaPresse)

L'Italia che non vedrete nei talk-show

Redazione

La Cannata, zarina del debito italiano, sgonfia il piagnisteo mediatico. La crisi c’è, qui come perfino in Germania. Mai però il Giornalista Unico televisivo e i suoi variegati esperti danno conto, per dire, di retribuzioni reali che nonostante tutto crescono, di 130 mila nuovi occupati, di famiglie che aumentano i risparmi.

"Il ruolo dei media in questo paese è deprimente. Arrivo a casa la sera, accendo la televisione e mi vengono spavento e depressione. Nessuno vuol negare i problemi, però c’è una ricerca assoluta della notizia negativa”. Parla Maria Cannata, direttore del Debito pubblico del Tesoro: non un politico in campagna elettorale ma un esponente top della classe dirigente, che ogni mese risponde a occhiuti investitori soprattutto stranieri. Con un certo successo: a fine anno l’Italia avrà collocato 450 miliardi di titoli al costo medio dell’1,38 per cento, minimo storico. Merito certo anche del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ma se un fondo o un privato dovesse comprare Btp basandosi sui talk-show della sera prima dirotterebbe sul Portogallo o sulla Slovenia.

 

Perché investire su un paese presentato sull’orlo del baratro economico e sociale, prigioniero di disoccupazione, periferie in fiamme, pensionati affamati, statali senza contratto, giovani senza futuro, politici indagati, camorristi ovunque e tutti che si insultano? (Soltanto l’allarme “esodati” pare rientrato, strano). La crisi c’è, qui come perfino in Germania. Mai però il Giornalista Unico televisivo e i suoi variegati esperti danno conto, per dire, di retribuzioni reali che nonostante tutto crescono, di 130 mila nuovi occupati, di famiglie che aumentano i risparmi. Fenomeni liquidati con fastidio, come un Farinetti da sputtanare, o l’ostracismo che non guasta mai a un Marchionne e a migliaia di altri che mandano avanti la baracca. Il ruolo dei media? Orfani del bersaglio fisso “Berlusconi”, hanno cercato il nuovo horror trash nell’economia: così la gente gira su una fiction o su “X Factor”.