Chi ha orecchie per intendere. Wayne Rooney segna contro la Slovenia confermando la regola secondo cui la Nazionale inglese va alla grande nelle qualificazioni e poi fa cagare quando c’è da vincere la

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Jack O'Malley

Tranquilli, dopo aver sentito l’imbarazzante commento tv ai fumogeni di Italia-Croazia questo articolo parla di tutt’altro (scusate per Ranieri).

Londra. Wembley era bellissima, l’altra sera. Forse, per un purista, Wayne Rooney non è la prima faccia che viene in mente pensando al capitano tipo dell’Inghilterra. Eppure sabato sera erano cento partite con la maglia dei Tre Leoni addosso. E’ stata un’estate intensa, quella di Wayne. Dopo lo sfacelo del Mondiale l’attaccante di Liverpool con i capelli trapiantati si è ritrovato capitano della Nazionale, nonno Gerrard in pensione a Liverpool (se fossi un giornalista televisivo ci farei almeno un paio di servizi del tipo da-Liverpool-a-Liverpool-i-casi-della-vita). Non solo, perché l’arrivo sulla panchina del Manchester United del ciuffo ancora confuso di Louis Van Gaal e il contemporaneo ringiovanimento della rosa dei Red Devils hanno consegnato i gradi di capitano a Rooney anche nel suo club. Da ragazzino fenomenale a vecchio saggio, Wayne si trova di colpo a essere il più giovane dei vecchi inglesi: a 29 anni ha ancora tutto il tempo per superare i record di gol di Sir Bobby Charlton in Nazionale (gliene mancano 5, sabato sera ha segnato il suo 44esimo su rigore, dando il via alla rimonta inglese sulla Slovenia, alla fine abbiamo vinto 3-1) e nel Manchester United (lì siamo a meno 30, ma c’è tempo). E poiché i-casi-della-vita eccetera eccetera, sabato sera a premiarlo per la sua centesima presenza in Nazionale, davanti a un Wembley strapieno e financo un po’ emozionato, c’era Bobby Charlton. E chissenefrega se il giorno dopo, come denuncia il Sun, ha messo tra i suoi preferiti un tweet con due foto di una strappona con cui in passato avrebbe passato qualche ora di divertimento extra coniugale: almeno sappiamo di avere un capitano eterosessuale. Non è cosa da poco, di questi tempi.

 

Dopo il pareggio della Francia in amichevole con l’Albania, Jessica LeMarie, moglie di Robert Pirès, spiega che ai Blues servono più polmoni per far leccare i baffi ai tifosi

 

Incubi - Scopro che nel 2008 Claudio Ranieri ha vinto il premio “Allenatore dei sogni”, e ho subito bisogno di un doppio brandy per riprendermi. All’epoca allenava la Juventus post Calciopoli, e il premio sarà stato un tributo dettato dai sensi di colpa da parte di chi aveva crocifisso i bianconeri con la stessa nonchalance con cui Buffon si fa passare i palloni sotto le braccia. Eppure ho il forte sospetto che tra i tifosi delle varie squadre da lui allenate in pochi confermerebbero quel premio. A Roma ancora lo cercano, a Londra lo ricordano per l’eleganza e la signorilità, doti poco calcistiche, in Grecia stanno ancora festeggiando per il suo recente esonero. Ai greci evidentemente non bastavano la Troika, la crisi economica, il fallimento, i colonnelli, i maniaci sessuali in vacanza a Mykonos e la paideia. Si sono dovuti beccare persino Claudio Ranieri in panchina, uno dei bluff meglio riusciti dopo Quaresma, Beppe Severgnini e Mario Monti. Un punto in quattro partite, tre sconfitte interne con zero gol segnati e l’imbarazzante 0-1 contro le isole Fær Øer, costringendoci a leggere troppi articoli sulla rivincita delle piccole nel magico mondo del pallone. Un giornale greco ha parlato di “Morte del calcio”, ma il dubbio che viene guardando Ranieri è che il calcio non sia proprio mai nato.

 

Che Fifa - Se c’è un posto in cui il calcio è morto, e si sente anche una discreta puzza di cadavere, quello è la Fifa. L’ultima pagliacciata è l’inchiesta sull’assegnazione dei Mondiali del 2022 al Qatar: lavata la coscienza, è stato insabbiato tutto dicendo che “non c’è stata corruzione, solo dei dubbi” . Blatter avrà i suoi mondiali nel deserto, mentre vedo male la carriera futura di Michael Garcia, il capo ispettore dell’indagine archiviata che ha osato definire “erronea e incompleta” la lettura dei documenti da parte dei vertici Fifa e ha annunciato ricorso. Probabilmente il coraggioso Garcia verrà mandato ai lavori forzati in Qatar a costruire qualche stadio di quelli con l’aria condizionata, e poi lasciato cadere in una betoniera per errore.

 

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