Nicolas Sarkozy (foto Ap)

Quanto gode Sarkozy con le gaffe dell'amico ciarliero di Hollande

Mauro Zanon

Un pastrocchio politico-giudizario, che imbarazza destra e sinistra, e non fa che favorire Marine Le Pen, ringalluzzita dagli ultimi sondaggi che la danno favorita alle prossime presidenziali.

Parigi. “Sono lì per servirlo, non per metterlo in imbarazzo. L’ho fatto una volta, non succederà più”. Nessuno aveva ben capito a cosa si riferisse Jean-Pierre Jouyet nell’intervista rilasciata al Monde quest’estate. Forse alla parentesi da segretario di stato nel governo dell’“ouverture” dell’ex premier dell’Ump François Fillon, non ancora digerita dai suoi compagni di partito. O forse alla sequela di gaffe di cui è un professionista. Ma quella frase voleva essere anzitutto una promessa al suo miglior amico, François Hollande, che ad aprile scorso lo ha nominato segretario generale dell’Eliseo: cher François, ci conosciamo da più di quarant’anni, siamo stati nell’esercito assieme, dormivo da te quando eravamo in permesso, conta ancora su di me. Ma la promessa è durata poco, quasi quanto quelle che il presidente socialista francese sforna a raffica dall’inizio del suo mandato, e ora sono in molti a chiedere la testa di Jouyet per l’ultima imbarazzante vicenda di cui è protagonista.

 

Tutto è iniziato la scorsa settimana, con la pubblicazione del libro “Sarko s’est tuer”, al cui interno due giornalisti del Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme, raccontano di un pranzo all’Eliseo, a fine giugno, durante il quale Fillon avrebbe chiesto a Jouyet di “accelerare” le procedure giudiziarie contro Sarkozy, in modo da ostacolare la sua ridiscesa in campo. Fillon ha smentito fin da subito, annunciando querela nei confronti dei due cronisti: la sua versione è tuttora la stessa. Jouyet, che in un primo momento aveva negato tutto, ha fatto marcia indietro domenica, riconoscendo di aver evocato in un colloquio con l’ex premier l’affaire Bygmalion e le irregolarità della campagna elettorale di Sarko, precisando tuttavia che l’Eliseo “non è mai intervenuto nelle vicende giudiziarie”. A chi credere? I due autori del libro dicono di essere in possesso di una registrazione, fatta a fine settembre, in cui Jouyet conferma le richieste avanzate da Fillon, ma ad avvalorare la versione del copresidente dell’Ump è giunta ieri l’intervista del Figaro al terzo uomo che ha partecipato al famigerato pranzo: Antoine Gosset-Grainville, vicedirettore di gabinetto di Fillon quando quest’ultimo era a Matignon, poi ex braccio destro di Jouyet alla Caisse des dépôts. Assicurando che il pranzo si è svolto su richiesta di Jouyet, Gosset-Grainville ha affermato che all’incontro “non si è parlato delle questioni di politica nazionale e ancor meno degli affaire dell’Ump” e che “in nessun momento François Fillon ha sollecitato l’intervento di Jean-Pierre Jouyet su un soggetto politico”.

 

[**Video_box_2**]Insomma, un pastrocchio politico-giudizario, che imbarazza destra e sinistra, e non fa che favorire Marine Le Pen, ringalluzzita dagli ultimi sondaggi che la danno favorita alle prossime presidenziali. Il governo, per ora, serra le fila attorno a Jouyet. Ma secondo la stampa francese, Jouyet, dall’amico intimo che era è divenuto la “palla al piede” di cui Hollande deve sbarazzarsi al più presto se non vuole fare una brutta fine. L’Ump reclama all’unisono le dimissioni del segretario generale, con l’accusa di aver mentito ai francesi, ma resta prudente su Fillon. Anche perché, se Jouyet dicesse il vero, per l’ex primo ministro, già annaspante nei sondaggi, calerebbe definitivamente il sipario e tanti saluti ai sogni di vendetta contro Sarko. Secondo il politologo Christian Delporte, l’affaire Fillon-Jouyet è “manna del cielo” per Sarkozy, non solo perché potrebbe eliminare un rivale senza il minimo sforzo, ma anche perché avrà gioco facile nell’alimentare la “teoria del complotto” nei suoi confronti, messa in piedi dalla gauche in combutta con la magistratura politicizzata. I suoi pasdaran lo hanno già fatto, rilanciando le voci sull’esistenza di un “gabinetto nero” all’interno dell’Eliseo che vuole la sua pelle.