Alessandra Moretti (foto LaPresse)

Moretti&Serracchiani, gemelle del gol alla conquista del nord-est

Marianna Rizzini

Quando erano “pre rottamatrici”, Serracchiani contro i dirigenti del Pd 2009, Moretti con la lista vicentina “under 35”. Quando Moretti era bersaniana e Serracchiani franceschiniana, una mamma e l’altra emigrata a Udine per amore. Vestite di rosso, ma una in seta e l’altra in lana.

Roma. Debora Serracchiani al governo del Friuli-Venezia Giulia e Alessandra Moretti candidata alle primarie venete del centrosinistra: ora sono due, le ragazze del Pd che si aggirano per un nord-est fino a poco tempo fa sovrapponibile con le immagini dei “barbari sognanti”, della Lega più o meno vincente, delle sagre con birra, foulard verde e fascinazione celtica, delle ronde civiche, dei nonni-poliziotto, dell’operosità e incazzatura delle partite Iva, dei sindaci leghisti che piacciono al centro (Flavio Tosi), della convivenza tra locali e immigrati, della paura di un’“invasione” di clandestini, delle tensioni anti “Roma-ladrona” e dell’amore fugace dei piccoli imprenditori per il grillismo un tempo rampante, con Grillo nelle piazze gelide di neve e Gianroberto Casaleggio prodigo di attenzioni per le Pmi. Poi, in un giorno della primavera 2013, Serracchiani, messa in corsa dall’ex segretario pd Pier Luigi Bersani, è diventata governatore del Friuli. Come oggi Moretti, allora era eurodeputata, volto mediatico del Pd (sotto vari segretari) e simbolo, in tempi pre renziani, dei giovani “dem” arrembanti: era stata infatti lei, trentottenne, con frangetta corvina e giacca da liceale, la rivelazione di un’assemblea dei circoli Pd nel marzo del 2009, per via del suo discorso molto critico verso i dirigenti – “a questo partito manca la leadership”, aveva detto la ragazza scesa da Udine. Il veltronismo era appena caduto, e Serracchiani fu applauditissima. Con il senno del poi, quei tredici minuti parvero a molti il prodromo della futura cavalcata rottamatrice dei trenta-quarantenni. Dopo neppure un mese, Serracchiani si ritrovò candidata alle europee dall’allora segretario Dario Franceschini, da lei sostenuto alle successive primarie per la segreteria nonostante molti la vedessero più in linea con la “novità” Ignazio Marino (“al Pd serve un segretario e non un chirurgo”, disse l’eurodeputata, eletta con 144 mila voti). E siccome “l’Amélie Poulain” della politica (soprannome dovuto all’aria ingenua – forse finto ingenua – e alla pettinatura vagamente francese di Serracchiani) era stata già rottamatrice a parole, molti trovarono naturale la sua iniziale propensione per l’ambiente Leopolda (nel 2010 presenziò alla prima edizione della kermesse renziana). Eppure l’attuale vicesegretario di Renzi (sempre lei, Serracchiani) è stata, nella sua storia, renziana a corrente alternata: non solo candidata a governatore da Bersani, come si è detto, ma anche a lungo silenziosa alla vigilia delle primarie del 2012, quelle in cui Bersani vinse e Renzi perse. Aveva fatto capire di volersi tenere fuori dalla mischia. Andò come andò, e comunque l’anno dopo era già tutta un’altra storia, con Serracchiani schierata con Renzi.

 

Tempo un anno e qualche mese, e il Pd (di Renzi) mette in campo nell’ostico nord-est l’altro volto mediatico femminile del partito dei quarantenni, anche quello non proprio renziano doc: ecco “@ale_Moretti”, come da attivissimo account Twitter, ex bersaniana di ferro, portavoce di Bersani nella campagna per le primarie 2012, poi cuperliana, infine renziana (lei dice: sono del Pd, non di una corrente), eletta all’Europarlamento con 230 mila preferenze nel maggio scorso. Dopo giorni di tira-e-molla nel partito, Moretti ha annunciato il “sì”: correrà per il Veneto perché “gliel’ha chiesto” il segretario, premier ed ex nemico Matteo Renzi, e si è candidata alle primarie del centrosinistra dopo averle chieste, “per evitare di spaccare il partito” alla vigilia della gara con l’uscente governatore leghista Luca Zaia. E’ il secondo mattone nel sognato (dal Pd) Risiko regionale: due giovani donne, entrambe avvocato (Moretti matrimonialista, Serracchiani esperta di Diritto del lavoro). Entrambe elette in Europa con molte preferenze. Entrambe al fianco di Renzi nelle mediazioni in streaming con i Cinque stelle (l’estate scorsa). Entrambe assidue in tv, con Moretti caterpillar (con destra e sinistra) e Serracchiani istituzionale (con destra e sinistra). La prima, una volta, ha litigato con Massimo Cacciari, su La7 (lei gli ha detto “maleducato”, lui ha sbuffato), la seconda se possibile non litiga, ma non rinuncia a infierire sui cosiddetti “rottamati” (in collegamento dalla Leopolda, ha risposto seccata a Rosy Bindi che, su Skytg24, chiamava l’evento “contromanifestazione del Pd”: cara Rosy, ma ti sei accorta che quest’estate c’era nuovamente una festa dell’Unità?, diceva Serracchiani).

 

[**Video_box_2**]Eterne accusate di incoerenza - Le gemelle del gol fatto (e ora sperato) nel nordest, Serracchiani e Moretti, non sempre concordi tra loro in passato, sono accomunate dal destino di eterne accusate di incoerenza, e dall’esordio come polemiste generazionali: Serracchiani con il suddetto discorso anti dirigenti del 2009, Moretti con la candidatura alla provincia di Vicenza, nel 2007, con una lista di “under 35” (ora tocca a noi, dicevano i ragazzi candidati), in appoggio al centrista fuoriuscito da Forza Italia Giorgio Carollo, in quel momento ispirato dal “modello Ppe”. Serracchiani (che durante l’adolescenza, a Roma, andava allo stadio e a giocare a tennis con suo padre e non si offendeva se la chiamavano “comunista”), di fronte alle lotte interne al Pd, dice: “Noi abbiamo il compito di governare, e quando si ha questo compito è necessario agire in fretta, guardare lontano, avere una visione larga che ci permetta non solo di affrontare i tanti tavoli di crisi che ci sono nel paese, ma anche di dare prospettive alle imprese”. Moretti, che è nipote di un partigiano democristiano, in questi giorni di freddo Pd-Cgil dice che “non c’è contrapposizione tra due sinistre” e che è “un’illusione ottica”. Dagli stessi schermi televisivi, e ora dalle stesse terre di conquista, Serracchiani e Moretti procedono con toni di voce opposti: basso e pacato quello di Serracchiani (che è nata a Roma e a Udine c’è arrivata da grande, per amore del futuro marito Riccardo); squillante e accelerato quello di Moretti, che al momento fa vita da separata corteggiatissima e pendolare (i suoi due figli sono a Vicenza con il padre e i nonni). Io e mio marito “siamo comunque una famiglia” per i bambini, ha detto un giorno a Vanity Fair. Forse per augurarsi fortuna, vestono entrambe di rosso, le gemelle diverse del nord-est, una in camicia di seta l’altra in golf – così diverse anche se forse un giorno vicine di casa.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.