Carlo Freccero (foto LaPresse)

L'imbarazzo di Carlo F.

Redazione

I dubbi su Renzi di un gufo intelligente di sinistra, ma berlusconiano

Spiega al giornalista del manifesto che “la forza di Renzi sta nell’abolire i corpi intermedi” (copyright Cerasa), condivide con il quotidiano comunista l’impressione che il renzismo guascone e bonaccione sia in crisi, l’ultima Leopolda sembrava un meeting aziendale. Dice che “intorno a Renzi crescono piazze che intralciano la sua contemporaneità digitale”, gran nebulosa verbale da ancien régime semiologico francese per mascherare l’imbarazzo odierno e tutto italiano di un gufo intelligente. Imbarazzo, ma di che? Carlo Freccero, uno degli intellò consapevoli che hanno innestato l’Italia nella televisione di Berlusconi fino a farne un tutt’uno, ma che ama rimanere un uomo di sinistra, anche la più becera, e la sua RaiDue di militanza à la “Ottavo nano” fu tra le più antiberlusconiane che si ricordino, è costretto a dire: “Mi colpiva la differenza tra Renzi e Berlusconi a proposito del rapporto con la minoranza”. Perché “con Berlusconi nel nostro immaginario si instaura l’equazione fra democrazia diretta e dittatura della maggioranza”, invece con Renzi, con Renzi che è di sinistra, accade qualcosa di nuovo, “le minoranze sono sempre recuperabili”.

 

E un po’ sì, gli tocca dire che Renzi all’Italia e alla sinistra ha fatto bene, ha tolto ipocrisia, si è schierato con chi crea lavoro. Ma poi tra Steve Jobs e Landini sceglie Landini, lui che pure sa che “la tv generalista è per tamarri e anziani”, esattamente come la Cgil. Dice che “Renzi fa un racconto consolatorio, come una soap opera”. Ma non abbocca. Lui che le soap le conosce e sa che il meccanismo base del lieto fine è l’agnizione (“Papà!”, “Pinocchio!”), non ci riesce, è imbarazzato. Lui che nella sinistra italiana ha portato giovanilismo, provocazione, sperimentazione, cioè il berlusconismo, non riesce a riconoscere che Renzi è di sinistra. Ma un’altra sinistra.

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