Il St. Alexius Garrison Memorial Hospital, nel North Dakota (foto AP)

In North Dakota si trivella: il petrolio fa partire un boom demografico

Ci sono cittadine sperdute nel North Dakota dove si costruiscono in fretta nuovi ospedali. Non per fronteggiare l’ultima emergenza epidemica ma per offrire altri letti per parti naturali.

New York. Ci sono cittadine sperdute nel North Dakota dove si costruiscono in fretta nuovi ospedali. Non per fronteggiare l’ultima emergenza epidemica ma per offrire altri letti per parti naturali, tagli cesarei, induzioni, epidurali, ecografie morfologiche, ché quelli esistenti non bastano per accogliere il baby boom dei figli del petrolio.

 

Nello stato in larga parte responsabile dell’abbondanza petrolifera degli Stati Uniti sono nati lo scorso anno 10.591 bambini, un incremento del 33 per cento rispetto a dieci anni fa. A Williston, il cuore dell’estrazione petrolifera, il numero dei nuovi nati è raddoppiato. Ci sono voluti alcuni anni dall’inizio dell’esplosione del settore energetico per apprezzare un trend demografico che non ha eguali in occidente: il North Dakota non è noto come il luogo più vitale e dinamico d’America, e l’inverno da quelle parti è lungo e sconfortante, dunque le orde di ingegneri attirate dalle possibilità di lavoro in tempo di crisi si sono dapprima trasferite senza le famiglie in quella che era una specie di piattaforma petrolifera sulla terraferma. Nel tempo gli hub del petrolio si sono espansi e anche la società attorno si è modificata, creando possibilità anche per chi non vive nel mondo insulare dell’oil and gas. Un intelligente sistema di riforme statali incentiva in tutti i modi chi vuole stabilirsi in North Dakota, dai corsi gratuiti all’università fino agli sgravi fiscali per chi apre un’attività commerciale, condizioni che hanno convinto molti a portare in North Dakota la famiglia lasciata temporaneamente altrove. Il risultato è l’ondata dei figli del petrolio, un fenomeno che ha reso “frenetiche” le operazioni al Mercy Medical Center di Williston, dove, ha spiegato il presidente dell’ospedale alla Cnn, “dobbiamo continuamente fare giochi di prestigio con il personale” per gestire gravidanze e parti. Lo scorso anno in quella struttura sono nati 750 bambini, e per l’anno prossimo ne attendono oltre mille. Prima del boom petrolifero si viaggiava su una media di 300 l’anno.

 

Il baby boom è certamente figlio dell’enorme tesoro sotterrato sotto i pochi abitanti della regione. Da quando, alcuni anni fa, la trivellazione è cominciata in modo sistematico grazie a investimenti di lungo periodo, il North Dakota crea duemila nuovi milionari ogni anno.

 

Il tasso di disoccupazione è al 2,8 per cento (la media nazionale è poco sotto al sei per cento), livello impensabile anche in era pre-crisi, e il reddito pro capite è il 30 per cento in più della media nazionale. Lo stato, che si prende con le tasse l’11 per cento dei proventi petroliferi, ha un surplus di un miliardo di dollari, e ha fatto enormi investimenti per rendere questo pezzo desolato d’America non si dica un paradiso ma almeno un rifugio sicuro per gli esiliati della crisi.

 

[**Video_box_2**]Nemmeno la ricchezza o l’assenza di attività culturali particolarmente emozionanti la sera però bastano da sole a spiegare l’estate demografica del North Dakota. L’occidente, del resto, è precipitato nella crisi delle nascite mentre gli indicatori economici puntavano verso l’alto. L’ondata petrolifera va fatta reagire con il tessuto sociale di tipo tradizonale di quelle parti, campione dell’America di mezzo delle famiglie numerose e dell’homeschooling, luoghi dove si conduce una vita semplice e dove la realizzazione di sé passa anche e soprattutto attraverso la costruzione di una famiglia. Sono figli del petrolio, certo, ma è una strana specie americana di petrolio, è la benzina di un mondo vitale nonostante che qualcuno lo dia già in fase di estinzione. Il North Dakota sta diventando un piccolo universo cosmopolita, gli ingegneri petroliferi arrivano da tutto il mondo e specialmente dall’occidente della stagnazione secolare, e c’è chi dice che l’identità del North Dakota si disperderà nel giro di pochissime generazioni e con lei scomparirà quella concezione della vita che è fattore decisivo del baby boom. Per il momento quell’anomalo pezzo d’occidente continua a produrre ricchezza e a sfornare figli del petrolio.

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