Matteo Renzi (foto LaPresse)

Stampa tedesca critica nei confronti della manovra di Renzi. Ecco perché

Giovanni Boggero

In Germania i quotidiani tornano a mettere sotto pressione l'Italia. Il piano del presidente del Consiglio non convince: "L'Italia ha evitato la recessione, ma in realtà solo sulla carta".

In Germania la stampa torna a mettere sotto pressione l'Italia. La versione online del principale quotidiano economico-finanziario tedesco, Handelsblatt, ha dato ampia visibilità questo pomeriggio ad un'agenzia Reuters alquanto impietosa con lo stato della nostra economia. Il titolo è criptico (“L'Italia si calcola fuori dalla recessione”), ma il sottotitolo e il corpo del testo aiutano a capire: “L'Italia ha evitato la recessione – ma in realtà solo sulla carta. Nuove regole contabili che includono nei calcoli il commercio illegale di armi, la prostituzione e il traffico di droga imbellettano i numeri sulla crescita”. Benché poco oltre si ricordi che anche la Germania si sia adeguata da poco alle nuove regole di calcolo, titolo e sottotitolo vogliono trasmettere l'immagine di un Paese poco serio, già entrato in recessione, che trucca il bilancio per non dover approvare le riforme strutturali necessarie. Una nuova Grecia, insomma. Come noto, invece, l'Italia ha soltanto adempiuto ad un obbligo internazionale, adeguandosi ai nuovi metodi di calcolo del PIL, che comunque già includevano una stima, seppur raffazzonata, del “nero”.

 

Più seria l'edizione online del quotidiano conservatore Die Welt, che dà innanzitutto risalto al pacchetto di 30 miliardi varato oggi dal Consiglio dei Ministri e che, sempre con materiale di agenzia, dà però anche spazio alla questione dei “conti truccati” (sic). Si cambia giornale, ma la musica non cambia. Sempre l'Italia in prima pagina. Sulla versione online del quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung, campeggia un articolo che mette in guardia da una allarmante fuga di capitali dall'Italia avvenuta in appena due mesi la scorsa estate. Secondo calcoli delll'economista tedesco, Hans Werner Sinn, a partire dai dati del sistema di pagamenti TARGET-2, tra agosto e settembre, 67 miliardi di euro avrebbero abbandonato l'Italia. “Si tratta di un segnale allarmante. Sembra di essere tornati al 2011”, ha detto ai cronisti. Poi cerca di smorzare i toni: “Non voglio dire che la situazione sia così grave come allora. Non credo che l'Italia dovrebbe uscire dall'euro o che mai vi uscirà”. Per Sinn il problema rimane la politica monetaria della Banca centrale europea (BCE), che continuerebbe a mandare segnali sbagliati ai mercati, sostenendo i Paesi in crisi e sollevandoli dall'onere di approvare le riforme necessarie. “Il rischio” - spiega ancora Sinn - “è che si vada verso il break-up dell'Eurozona. Non è detto che ciò accada, ma la crisi dell'euro continuerà a riemergere di tanto in tanto, finché la crisi dell'economia reale non sarà stata risolta”.

 

[**Video_box_2**]Lo scenario più probabile? “Che tra dieci anni l'Eurozona continui ad esistere e che il Continente si sia rassegnato a crescere e vivacchi”. Infine, l'edizione online del settimanale Der Spiegel punta i riflettori sulle continue richieste del Premier italiano Matteo Renzi al Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, tra cui programmi europei per accelerare la crescita. Per lo Spiegel, Schäuble sarebbe disposto a concedere soltanto una ricapitalizzazione della Banca europea degli investimenti (BEI). Come dire, quasi nulla. Unica eccezione nel coro di articoli preoccupati è un articolo di Konrad Fischer tratto dal settimanale economico Wirtschaftswoche di inizio ottobre, che definisce le proposte di Renzi sul mercato del lavoro “un passo nella giusta direzione”.